Restituirci ai fratelli

Preghiamo infinite volte
con le parole di Gesù:
« Padre nostro… »
e quando « nostro » ci entra nel cuore
realmente scopriamo la fratellanza
fra tutti gli uomini, figli dello stesso Padre.
La restituzione dei nostri beni,
delle nostre capacità,
del nostro tempo e di ogni nostra risorsa
all’umanità che geme
ne è la logica conseguenza.
Da sempre abbiamo nel cuore
le ingiustizie, la miseria, il sottosviluppo.
Abbiamo capito che per affrontare
questi problemi dilaganti
occorre che i beni dell’uomo
siano investiti in lavoro, educazione,
assistenza, sviluppo
anziché in armi, pornografia,
poteri televisivi, sfruttamento…
Questa riconversione a tutti i livelli
parte da noi,
dal nostro restituire noi stessi e i nostri beni,
dal diffondere questa mentalità
tra quanti possiamo raggiungere.
La restituzione diventa così
anche la nostra forma di finanziamento.
Ogni opera e ogni servizio ai più poveri
è frutto di restituzione nostra
e di tanti amici che ci vogliono bene.
Nel nostro sostentamento poi consumiamo
solo ciò che è necessario per vivere,
ricordando sempre
che chi non ha il necessario
maledice chi ha troppo.

« Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli… » (Mt 6,7-13).

 

Commento di Rosanna Tabasso     Commento di Mons.Pollano
 

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