Il sì che dà vita

Il nostro sì, il nostro dare la vita
ci rende totalmente liberi
per amare tutti
con cuore indiviso, come Gesù.
Nella vita di fraternità
non diventiamo mai dipendenti
dall’umore degli altri,
diventiamo dipendenti dall’amore di Dio.
Qualunque dipendenza
ci limita e ci rattrista,
la libertà del cuore rallegra la nostra vita
e ci apre al servizio gratuito.
Dipendiamo solo dall’amore di Dio
perché da Lui impariamo ad amare
con gratuità,
senza aspettarci nulla in cambio
se non la gioia di fare felici gli altri.
Tristezze e paure di cui è pieno il mondo
affliggono anche tante persone
che scelgono di dare la vita.
Non basta dire sì a Dio
una volta per sempre,
e poi chiuderci nel nostro sì.
Occorre puntare sull’amore
che è nuovo ogni giorno.
Il sì è sì se dà vita, se crea vita intorno
proprio come una nuova continua creazione.
Il sì è vero se si supera,
se ci aiuta a dare un senso alla vita sempre.
Il sì ci rimette in discussione ogni giorno
perché l’orgoglio non ci renda impenetrabili,
perché l’arroganza e la superbia
non spadroneggino.
Desidero che ognuno cerchi di capire
se il suo sì sta portando vita o paura,
vita o morte.
Se chiediamo al Signore il dono di capire,
anche i più duri di noi
avranno la grazia di cercare e di capire.
Se c’è buona volontà, risorgiamo, cambiamo,
perché Gesù è venuto a portarci la certezza
che possiamo cambiare
in qualsiasi momento.
Il sì è sì se attrae altri sì,
il sì è sì se diventa bene
per quelli che ci avvicinano.
I nostri sì sono sì se danno speranza e gioia,
ma dobbiamo avere la serenità,
la severità e l’ironia
per capire a cosa sta servendo il nostro sì.
Il sì è sì se sa dire come Maria: « Eccomi ».
Sempre, in ogni momento,
questo sì ci unisce
all’amore di Dio e al servizio del prossimo.

« Maria disse: Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola » (Lc 1,38).

Questa pagina è dedicata a Maria Teresa Canavese della Fraternità della Speranza, partita il 21 marzo 2006 per la missione dell’Arsenale dell’Incontro in Terra santa e tornata al Padre improvvisamente dopo appena due giorni il 23 marzo 2006. Con il suo sì ci ha insegnato che in ogni età della vita ci si può donare al Signore.

 

Commento di Rosanna Tabasso

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