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L’Appuntamento Mondiale Giovani della Pace è il frutto di un percorso che ha compiuto 30 anni. Nasce dall’incontro del Sermig e del suo fondatore Ernesto Olivero con migliaia di giovani, uomini e donne, credenti e non. Incontri che hanno dato corpo ad un’intuizione: permettere alle nuove generazioni di farsi ascoltare dai grandi della Terra nei campi della politica, della cultura, dell’economia, della spiritualità.
“I giovani sono sempre stati il mio tormento, - racconta Ernesto Olivero - sono sempre stati il senso della mia vita”. È lo spirito che ha animato la storia del Sermig a partire dal 1964, anno della sua fondazione: i giovani come priorità, ma soprattutto come speranza per costruire un mondo migliore. Nel corso degli anni, si è rafforzata l’idea di fare qualcosa di significativo per loro. Il tutto, grazie ad intuizioni e incontri particolari, come quello con Dom Helder Camara, un gigante della Chiesa brasiliana. L’8 dicembre del 1986, il vescovo dei poveri invia al Sermig una lettera ispirata e fa appello alla “immaginazione creatrice” di Ernesto Olivero per “trovare sempre nuovi impegni per i giovani”.
Undici anni dopo è Madre Teresa di Calcutta a rafforzare questo invito. Scrive in una lettera ad Olivero: “Penso che dobbiamo - andare alla ricerca dei bambini, dei giovani, per riportarli a casa”. Queste parole si sposano presto con l’impegno del Sermig per i giovani: le settimane di formazione all’Arsenale della Pace di Torino, gli incontri quotidiani con le scuole, i pellegrinaggi a piedi in tutta Italia, le inchieste da cui emerge la sfiducia dei ragazzi verso le istituzioni e la paura del futuro, le storie di sofferenza legate alla droga e all’alcol…
Ernesto Olivero arriva a dire che oggi “i giovani sono davvero i più poveri tra i poveri”. “Il desiderio di aiutarli - confida - non mi ha mai lasciato e si è fatto più profondo”. E ancora: “Per un giovane sarei disposto ad attraversare il mondo intero. E così, pur restando timido, senza conoscere alcuna lingua se non quella dell’amore, mi ritrovo a girare il mondo per cercare i giovani persi”.
Alla fine degli anni ‘90, arrivano nuove chiavi di lettura. Il sogno è creare occasioni per far riconciliare la generazione dei padri con quella dei figli. In un modo semplice: incontrandosi a tu per tu. Le difficoltà e le speranze dei giovani vengono raccolte in una carta di impegni, la “Carta dei giovani”, nata con il contributo di 400 gruppi di ragazzi di tutta Italia. Il Sermig la presenta in Vaticano aGiovanni Paolo II il 22 dicembre del 2000, in una giornata indimenticabile, il Giubileo della Pace. Il Papa ascolta e ricambia: “Scrivete, cari amici, ognuno con il proprio contributo, una pagina di storia dei giovani e per i giovani, dove le nuove generazioni emergano come protagoniste appassionate d’una feconda stagione della civiltà dell’amore”.
Due anni dopo, il 5 ottobre 2002, Torino ospita il primo “Appuntamento Mondiale Giovani della Pace”. In quell’occasione, circa 100mila giovani si incontrano in piazza San Carlo, salotto della città, e nelle vie adiacenti, raccolti idealmente intorno alla “Carta dei giovani”. Il 31 gennaio del 2004, un nuovo incontro con papa Giovanni Paolo II in Vaticano: 10mila giovani in Aula Paolo VI per riflettere sul tema “La pace vincerà se dialoghiamo”. La riflessione sul dialogo continua, il 3 ottobre dello stesso anno, ad Asti, la città scelta per il secondo “Appuntamento Mondiale Giovani della Pace”, a cui partecipano decine di migliaia di giovani.
Sono incontri ricchi di significato, dove le testimonianze di dolore dei giovani si intrecciano con il loro impegno concreto, con le loro idee per lo sviluppo, con il desiderio di cambiare il mondo partendo da se stessi. È il bagaglio che sarà portato anche nel terzo Appuntamento dell’Aquila. La città viene scelta dopo mesi di discernimento e di preghiera. Dopo il terremoto di aprile 2009, il vescovo della città, mons. Giuseppe Molinari, in visita all’Arsenale della Pace di Torino, lascia una riflessione sul diario di Ernesto: “I miracoli del Sermig e dell’Arsenale della Pace a Torino, in Italia e nel mondo, non possono venire da questo piccolo uomo. Questi ‘miracoli’ sono già una risposta di Dio ai sogni e alle attese di Ernesto”.
Ed il Mondiale dell’Aquila, il 27 agosto 2010, festa della Perdonanza e di san Celestino, è un altro “miracolo”: dalla basilica di Collemaggio, pesantemente segnata dalle brecce del terremoto, partono le richieste di perdono degli adulti per le ferite inferte al nostro mondo e gli “Io ci sto” dei giovani che si impegneranno a ripararle.
È un “patto per cambiare direzione”, quello tra giovani ed adulti, che viene suggellato poco tempo dopo davanti a 30.000 giovani attenti e noncuranti della pioggia: il 16 ottobre 2010 a Torino il terzo Appuntamento Mondiale celebra la sua seconda tappa, con un appello ad un’umanità che ha perso senso, etica e direzione. È Ernesto Olivero a lanciarlo: “Voi giovani siete fatti per non avere paura e per non fare paura… Siete stati costruiti per il bene, creati da Dio per portare il suo Regno in mezzo alla gente”.
Il 4 ottobre 2014 a Napoli una piazza Plebiscito traboccante ospita più di 40.000 giovani giunti da ogni regione d’Italia e da diversi Paesi del mondo per il 4° Appuntamento Mondiale Giovani della Pace. Un "Appuntamento con la coscienza" nel quale dialogare, riflettere, pregare, cantare, danzare sul tema della coscienza. Già la sera precedente, venerdì 3 ottobre 2014, nella basilica di Santa Chiara a Napoli eravamo più di mille a pregare per i giovani del mondo e per tutti coloro che sono perseguitati a causa delle proprie idee e della propria fede.
Il 13 maggio 2017 a Padova più di 50.000 giovani giunti da ogni regione d’Italia e da diversi Paesi del mondo per il 5° Appuntamento Mondiale Giovani della Pace.
L' 11 maggio 2019 a Bergamo il 6° Appuntamento Mondiale.