Impariamo a scegliere la bontà,
che disarma e porta a Dio.
La bontà è l’unica chiave per incontrare
e dialogare con l’uomo.
Non sono le rivendicazioni
a fare incontrare gli uomini,
ma è la bontà
che ci rende ricercatori di giustizia,
persone solidali.
I buoni non sono mai stranieri
in nessuna parte del mondo,
non sono estranei a nulla e a nessuno.
Solo i buoni possono indicare
una strada buona, soluzioni buone,
economia buona, politica buona,
potere buono a servizio del bene,
confini buoni, regole buone.
Possono essere il sale,
possono trasfigurare il mondo
perché sanno chiedere perdono a Dio
per il male fatto e sanno perdonare
perché Dio perdona loro.
I buoni possono l’impossibile,
possono desiderare che finalmente
pace e giustizia abitino insieme,
cementate dal perdono.
È vitale che i buoni
si riconoscano e si incontrino.
I buoni possono dire la verità nella carità,
scoprire ciò che unisce,
apprezzare il buono degli altri
e riconoscere che le divisioni di oggi
arrivano da errori, mancanza di carità,
incomprensioni, interessi e paure di ieri.
Testimoniano Gesù Cristo Figlio di Dio,
ricchezza di Dio Padre di tutti.
« Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa! Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: È vicino a voi il regno di Dio. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: Anche la polvere della vostra città, che si è
attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città » (Lc 10,3-12).
Commento di Rosanna Tabasso Commento di Mons.Pollano