La parola Regola non vuol dire
né regola
né comandamento:
vuol dire sapienza.
La sapienza di non ingannare,
di non sopraffare,
di non ammazzare con le mani e con le parole,
di non usare gli altri.
La sapienza di dire la verità,
di rispettare l’altro, di lasciarlo vivere,
anzi di aiutarlo a vivere di amore.
La sapienza di essere liberi,
sciolti dalle reti di bugie, di orgoglio,
di violenza, di furbizia,
di antipatia, di interesse
che sono solo prigioni, prigioni quotidiane.
La sapienza di essere amore,
indifesi e semplici,
diretti e trasparenti, è la libertà di Dio.
La sapienza di ricordarsi
dei tanti errori della storia.
La storia diventa maestra se trova allievi.
Come fondatore di questa Fraternità
ho sentito dunque di concludere la Regola
lasciando « pagine aperte »
che saranno riempite
come il Signore
ci indicherà.
« In lei c’è uno spirito intelligente, santo, unico, molteplice, sottile, agile, penetrante, senza macchia, schietto, inoffensivo, amante del bene, pronto, libero, benefico, amico dell’uomo, stabile, sicuro, tranquillo, che può tutto e tutto controlla, che penetra attraverso tutti gli spiriti intelligenti, puri, anche i più sottili. La sapienza è più veloce di qualsiasi movimento, per la sua purezza si diffonde e penetra in ogni cosa. È effluvio della potenza di Dio, emanazione genuina della gloria dell’Onnipotente; per questo nulla di contaminato penetra in essa. È riflesso della luce perenne, uno specchio senza macchia dell’attività di Dio e immagine della sua bontà. Sebbene unica, può tutto; pur rimanendo in se stessa, tutto rinnova e attraverso i secoli,
passando nelle anime sante, prepara amici di Dio e profeti. Dio infatti non ama se non chi vive con la sapienza. Ella in realtà è più radiosa del sole e supera ogni costellazione, paragonata alla luce risulta più luminosa; a questa, infatti, succede la notte, ma la malvagità non prevale sulla sapienza » (Sap 7,22-30).
« In quel tempo Gesù disse: Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo » (Mt 11,25-27).