9 novembre: festa della dedicazione Basilica in Laterano

Pubblicato il 09-11-2020

di dom Luciano Mendes de Almeida

La celebrazione della dedicazione della Chiesa locale, che si celebra il 9 novembre, è un simbolo. Gesù è venuto a costruire il Regno di Dio e la costruzione della chiesa materiale significa la bellezza di questa costruzione più profonda e spirituale. Soprattutto nelle comunità povere i fedeli sono felici quando si possono costruire la loro chiesa. Trovano il terreno e iniziano la costruzione.

Generalmente in Brasile una parrocchia conta trenta comunità, ognuna costruisce la sua chiesa. Nella mia diocesi di Mariana, nel Minas Gerais, sono 1500 le chiese costruite dalle comunità. La gente trova il terreno, poi mette da parte un po’ di soldi per comprare il materiale per la costruzione. C’è chi fa il disegno e così via fino all’inaugurazione della chiesa, un momento molto bello, una festa.

La costruzione ha permesso l’avvicinamento delle persone. E questo vale ancor più per la costruzione della Chiesa corpo di Cristo. In questo senso, Gesù è il costruttore di questa grande nuova Gerusalemme, fatta di pietre vive. San Pietro si riferisce a questo: Avvicinandovi a lui, pietra viva, rifiutata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo (1Pt 2,4-5).

La gioia di costruire la chiesa materiale è la stessa che si ha nell’essere pietre viventi, pietre vive della costruzione magnifica che il Signore fa nella riconciliazione dell’umanità con Dio. La gioia che penetra nel nostro cuore non è la gioia di una chiesa conclusa, terminata, inaugurata, ma è di una Chiesa fatta di pietre vive, una Chiesa sempre in costruzione perché sempre ci sono pietre nuove.

Dobbiamo chiederci cosa significa per noi la gioia di essere pietre vive di una Chiesa che si costruisce giorno dopo giorno. Penso che tre elementi possono aiutare ad avere questa esperienza della gioia di una Chiesa viva in costruzione.

Il primo è la fiducia nel Padre, fiducia che Gesù ha fatto nascere nel nostro cuore. La Chiesa viva è una Chiesa che vive di questa fiducia nel Signore.

Il secondo elemento è una Chiesa che crea un rapporto di fraternità. Le pietre vive non sono solo le fondamenta di una costruzione, ma entrano in relazione, stanno insieme, aprono il cuore agli altri. Una fraternità viva, aperta alla condivisione. Condividere è l’espressione di una fraternità vissuta che dà una grande gioia. Saper condividere e saper aprire il cuore fa sì che ci sia una vera fraternità nello scambio dei beni e di tutta la ricchezza spirituale di ognuno.

Il terzo elemento è la pratica del perdono. Il perdono reciproco dà la gioia del padre della parabola (Lc 15,11 ss), che fa festa perché il figlio è tornato.

“Chi è Gesù? Chi è costui?”: è certamente il Figlio di Dio che desideriamo poter vedere e incontrare, ma è soprattutto il grande costruttore dell’opera di Dio, della riconciliazione dell’umanità. Il fatto che pure noi siamo chiamati a essere delle pietre viventi, costruttori con queste pietre del tempio di Dio, ci fa pensare che diventiamo noi – come persone e come comunità – tempio di Dio, capaci di far vedere Gesù agli altri.

Dom Luciano Mendes de Almeida

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