Verso un mondo migliore

Pubblicato il 05-06-2014

di Redazione Sermig

Migranti del Piemonte e della Valle d’Aosta in pellegrinaggio al Santuario mariano di Oropa.

Questi volti spesso vengono associati a Lampedusa, centri di permanenza, sfratti o occupazioni. Spesso ci si dimentica di chiedersi chi dietro quel volto c’è, quale storia, quale famiglia, qualche vita, quale fede. Ci si dimentica che questi volti portano dietro e dentro di sé un patrimonio immensa, spesso una fede immensa.
Domenica 1 giugno al Santuario mariano di Oropa (Bi) le bandiere di molte nazioni del mondo hanno colorato i porticati e i cortili del Santuario, che in poche ore sono stati accesi e attraversati da quell’energia e vitalità che solo “quei popoli che vengono da lontano” sanno trasmettere. Oltre 2.000 persone provenienti dall'Africa, dall'Asia, dal Sud e centro America, dall'Est Europa si sono incontrati per il “Primo Pellegrinaggio dei Popoli del Piemonte e Valle d’Aosta” organizzato dalla Pastorale dei Migranti delle rispettive Diocesi.

Non è stato un incontro episodico e nato dal caso, ma è il frutto di un cammino iniziato già da molto tempo e cominciato da molto lontano che ha visto i rappresentanti delle numerose comunità e nazionalità incontrarsi più volte, per dare voce e spazio ad una realtà, quella dei migranti, che è in costante crescita nel territorio piemontese.
Oltre 5.000.000 le persone immigrate in Italia, di cui più della metà sono donne. Il 61% degli immigrati sono concentrati nel Nord Italia, di cui quasi il 5% solo nella provincia di Torino. Questi pochi numeri da soli ci aiutano a capire l’ampiezza e la complessità di questo fenomeno, che non interessa solo gli stranieri, ma oggi sempre più anche gli italiani, se si pensa che oltre 2.000.000 sono gli italiani che si sono mossi e spostati dalla propria residenza.

Questo “mondo fatto di molti mondi” ha scelto di incontrarsi ad Oropa, dove secondo la tradizione il pellegrino sardo san Eusebio, allora vescovo di Vercelli e considerato oggi padre della Chiesa piemontese, avrebbe trasportato dalla lontana Palestina la statua della Madonna Nera, che da secoli è venerata sul monte biellese.
In molti si sono inginocchiati di fronte a lei, le hanno affidato i propri desideri, sogni, ma anche le proprie richieste e difficoltà: è stato commovente vedere come persone apparentemente diverse e con poco o nulla in comune, si siano riconosciute e scoperte compagne di viaggio, rivolti all’unica madre, forse con più cose in comune di quanto non avrebbero mai pensato.

Il tema della giornata “Verso un mondo migliore” vuole ricordare che è possibile camminare e lavorare insieme per una società più giusta, ma solo se decidiamo di lasciar da parte i pregiudizi, i torti, le offese del passato; nessuno è escluso da questa scelta, ognuno è chiamato a capire qual è quella fetta di mondo che dipende da lui e che può cambiare solo grazie a lui.
È stata una giornata di preghiera, di condivisione, di riflessioni, ma anche di balli, di colori, e di silenzio, che si è conclusa con la Messa celebrata da Mons. Francesco Ravinale, Vescovo di Asti, all’interno della Basilica Superiore.
La diretta dell’Angelus da Roma e la sorpresa del telegramma dettato dallo stesso Papa Francesco e rivolto ai partecipanti al pellegrinaggio hanno emozionato tutti i presenti e hanno aiutato a vivere ancor più profondamente la comunione con la Chiesa di tutto il mondo.

Anche la Chiesa piemontese e della Valle d’Aosta è in cammino verso un mondo migliore, con fatti concreti di speranza.


foto: P. Miotti / NP

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