TorinoSette - I 50 anni del Sermig al Teatro Regio

Pubblicato il 23-05-2014

di Redazione Sermig

C'é un antidoto formidabile contro il passare del tempo: si chiama speranza e al Sermig è pane quotidiano. Fu San Giovanni Paolo II a raccomandarsi con i volontari e ad indicare in essa il loro carisma.
Ernesto Olivero ne fece un programma: oggi, dopo 50 anni il suo sogno di rendere il mondo più giusto e più umano è ancora vivo, e giovane.
Il gruppo del Sermig non invecchia perché - dice il fondatore - "ognuno ha l'età dei suoi sogni": sarà proprio questo lo slogan della grande festa di domenica 25 maggio ore 17 al Teatro Regio, un compleanno così importante da radunare a Torino migliaia di amici e sostenitori, tant'è che i posti sono già esauriti (info 011-4368566) e la cerimonia si potrà seguire in streaming su www.sermig.org E' difficile riassumere mezzo secolo in poche ore, ma ci si proverà con video e testimonianze: la storia del Sermig è fatta di volti, gioia e cammino. "Abbiamo sempre camminato" spiega Olivero, e la marcia ha lasciato il segno. Dalla sua conversione (1984) l'Arsenale della Pace, l'ex fabbrica di armi di piazza Borgo Dora 61, ha distribuito 2 milioni e mezzo di pasti, ha assegnato un milione e mezzo di posti letto, ha effettuato 150 mila visite mediche; ha avviato progetti in 90 paesi e inaugurato due strutture a San Paolo (per condividere idee e non fondi, e risvegliare lo straordinario potenziale umano del Brasile) e a Madaba in Giordania (per assistere i disabili). Sui ragazzi, poi, considerati "patrimonio dell'umanità", vengono investite buona parte delle risorse (Il Sermig è una macchina poderosa, che si regge al 93% con le offerte della gente), ma è vietato fraintendere: il bene non ha età, si fa e basta, nessuno è escluso. Il movimento vive della proposta cattolica del servizio ai poveri, eppure "un solo requisito è richiesto per costruire la pace - sottolinea una veterana -: la bontà, che è di tutti, anche di chi non crede, crede di credere o crede di non credere".
Non basteranno insomma le parole, il 25. Ci sarà tanta musica, grazie al Laboratorio del Suono e all'Orchestra dell'Arsenale, e infine un grande applauso: ai vincitori del premio "Artigiano della Pace 2014", che saranno sul palco insieme ad Olivero. Il riconoscimento va ai giornalisti Marco Tarquinio (direttore di Avvenire) e Gian Mario Ricciardi (Rai), Simona Atzori, ballerina e pittrice, Paul Bhatti, ex Ministro delle Minoranze del Pakistan, Chiara Amirante, fondatrice della Comunità Nuovi Orizzonti, e don Oreste Benzi, fondatore delle comunità Papa Giovanni XXIII (ricevuto dal suo successore Paolo Ramonda).

Lucia Caretti - TorinoSette
lastampa.it/torinosette

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