Corre l’anno 2030

Pubblicato il 30-06-2014

di Redazione Sermig

Droni che volano nel cielo per costruire un mondo più giusto sulla terra.



Il Canadian Scholarship Trust, un ente di formazione canadese, ha messo insieme statistiche su immigrazione e globalizzazione, informazioni sui prossimi cambiamenti demografici, climatici ed energetici ed ha poi incrociato questi dati con le recenti innovazioni in ambito tecnologico e le ultime evoluzioni in campo scientifico, per capire quali saranno le professionalità più richieste sul mercato del lavoro nel 2030. Due tra le figure professionali più ricercate tra meno di 20 anni, saranno l’esperto di acquaponica, un sistema integrato che combina l’allevamento dei pesci e la coltivazione di prodotti ortofrutticoli, e la guardia di vicinato, che lavorerà seduta comodamente alla sua postazione mentre dei droni comandati a distanza, dotati di videocamere e sensori, si occuperanno di sorvegliare la sua zona di competenza e tenere lontani i ladri.

Sono due degli ambiti di ricerca su cui stanno lavorando gratuitamente in questi mesi anche i volontari del gruppo Re.Te. del Sermig, collaborando direttamente con le Facoltà di Architettura e Veterinaria dell’Università degli Studi di Torino e con alcune aziende leader nel settore che operano sul territorio. Tra un container in partenza per la Romania ed uno per il Burundi, i progetti per creare lavoro in ambito agricolo in Italia e le ricerche sull’energia solare e sulla potabilizzazione dell’acqua, il Villaggio Globale di Cumiana (To), punto di preparazione e partenza delle spedizioni umanitarie del Sermig nel mondo, è diventato così in questi anni anche un centro di formazione e di ricerca perché tecnologia e scienza possano diventare lavoro per i più giovani e sviluppo per gli abitanti delle Nazioni più povere della Terra.

C’è un piccolo pezzo di 2030 nell’impianto di acquaponica, attualmente in sperimentazione al Villaggio Globale, un impianto dotato di un sistema di monitoraggio e controllo da remoto, in grado di registrare e modificare attraverso l’azionamento di alcune pompe idrauliche, la temperatura delle vasche, la conducibilità dell’acqua e la quantità di ossigeno: in poche parole, sotto l’acqua vivono i pesci, sopra cresce l’insalata e un computer controlla che tutti stiano bene. Intanto i droni che volano nel cielo pochi metri più in alto, invece di tenere lontani i ladri dalle case, si preparano per essere pronti in un futuro prossimo a raccogliere tutti i dati per rendere massima la resa dei raccolti e ridurre al minimo i danni alle colture dei campi coltivati che dovranno monitorare, oltre a tenere a debita distanza da frutta e verdura come dagli allevamenti di pesci, gli uccelli che vorrebbero papparsi tutto prima di noi.

Una cosa non da poco, tenendo conto che l’Earth Policy Institute, un organizzazione ambientale americana, afferma che nel 2011 la produzione mondiale di pesci d’allevamento ha superato quella di carne bovina, mentre l’Ocse prevede che entro il 2015 sulla Terra il consumo di pesce allevato sarà maggiore di quello pescato nelle acque dolci e salate del nostro Pianeta. Lo scorso 10 giugno presso il Villaggio Globale e l’allevamento di pesci Acquaverde srl di Silvano Galfione (foto a lato), c’è stata in particolare un’anticipazione di quello che secondo le ricerche del Canadian Scholarship Trust, tra pochissimi anni diventerà una pratica diffusa in tutto il mondo: il volo di un drone, messo a disposizione per l’occasione da un’azienda che opera da anni nel settore, Nimbus srl, telecomandato per tenere lontano gli uccelli predatori dai laghi pieni di carpe, la cui potenzialità produttiva è ridotta mediamente del 30% proprio a causa di tutti i pesci che salgono in cielo senza passare dalla pancia dell’uomo.

Nella classifica relativa al 2014 delle innovazioni tecnologiche che avranno un impatto maggiore rispetto alla vita dell’uomo, il Mit (Massachusetts Institute of Technology), ha messo al primo posto proprio i droni per l’agricoltura. Queste piccole macchine telecomandate, dotate di telecamere a raggi infrarossi, dovrebbero permettere agli agricoltori che le utilizzano di monitorare con un semplice volo, lo stato di salute del terreno e delle coltivazioni, ottimizzando in questo modo l’utilizzo dell’acqua e dei pesticidi. L’evento dimostrativo, organizzato dal Sermig in collaborazione con Acquaverde e Nimbus, è stata quindi un’occasione per tutti i volontari presenti, per capire meglio come proseguire nella ricerca rivolta all’applicazione in ambito agricolo delle ultime scoperte in campo tecnologico e scientifico, con l’obiettivo di realizzare il sogno di un mondo più giusto, dove ci siano cibo e lavoro per tutti.

Marco Grossetti

 

 

 

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