Arsenale 29

Pubblicato il 10-09-2012

di Matteo Spicuglia

Una festa speciale per il compleanno dell’Arsenale della Pace. L’arcivescovo Nosiglia: la diocesi di Torino invochi Maria come Madre dei Giovani.

2 agosto 1983. Ernesto Olivero e i suoi amici per la prima volta entravano nel rudere dell’ex arsenale militare di Torino. Per il Sermig, è una data storica, da ricordare, l’inizio di un’avventura umana e spirituale che continua e si allarga. Ogni anno, il ricordo si arricchisce di nuovi spunti, di nuove sfumature. Quelle di quest’anno sono come una carezza. Anche l’arcivescovo di Torino non è voluto mancare. Mons. Cesare Nosiglia ha celebrato la messa insieme alla Fraternità e alle centinaia di giovani da tutta Italia, che stanno trascorrendo all’Arsenale giornate di riflessione, confronto e servizio. “Sono qui perché il 2 agosto è una giornata importante per la storia del Sermig, – ha detto l’arcivescovo – ma anche per un altro motivo, legato a Maria Madre dei Giovani”. Il pensiero va all’icona della Madonna delle tre mani, arrivata dalla Russia, donata al Sermig da un non credente e benedetta dal papa: l’immagine di Maria che da anni all’Arsenale viene invocata con il titolo di Madre dei Giovani e che presto abiterà la nuova chiesa del Sermig dedicata a Cecilia Gilardi.
Un titolo nuovo nella storia della Chiesa che dal 2 agosto di quest’anno, per decisione dell’arcivescovo Nosiglia, si aggiungerà alle litanie mariane recitate nella diocesi di Torino. Non solo, il 2 agosto per la Chiesa locale diventerà la festa annuale per invocare la Madonna come Madre dei Giovani.

L’annuncio è stato accolto con grande emozione da tutta la Fraternità della Speranza. Ernesto Olivero, ringraziando l’arcivescovo, ha ricordato l’atmosfera degli inizi. “Il 2 agosto del 1983 – ha detto - siamo entrati all'Arsenale senza clamore, in silenzio. Non avevamo niente, ma un sogno lo avevamo, anche se non sapevamo ancora quale fosse precisamente. La fedeltà, l’obbedienza, il sudore, fatiche inimmaginabili ce lo hanno fatto scoprire. Siamo entrati con la Bibbia in mano, un libro di una mia amica non credente e il dono del nostro vescovo, cardinale Michele Pellegrino: un crocifisso regalatogli da un carcerato. Ad accompagnarci, c'era anche un sacerdote, don Franco Peradotto. Ripensandoci, in quel rudere non entravamo solo come Sermig, ma soprattutto come Chiesa. Entravamo con la Parola di Dio che sarebbe diventata sempre più il nostro respiro, ma anche a nome di tutti gli uomini di buona volontà e del mondo della sofferenza”.



Ascolta il "Buona Giornata" di Ernesto Olivero
 

Servizo TG regionale "I 29 anni dell'Arsenale della Pace"

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