Special Olympics

Pubblicato il 19-04-2023

di Francesco Pieri

Il dottor Francesco Pieri, amico e volontario del Poliambulatorio Giovanni Paolo II dell’Arsenale della Pace, ci racconta del suo prossimo impegno: gli Special Olympics, la più importante manifestazione sportiva per persone con disabilità intellettivo-relazionale che si svolgerà a Berlino nel prossimo giugno. Lo sport come occasione di inclusione, autostima, autonomia personale.

In occasione dei giochi mondiali estivi Special Olympics che si terranno a Berlino dal 17 al 25 giugno 2023, sono stato incaricato ad accompagnare il team nazionale di atleti, partner e tecnici in qualità di medico ufficiale della delegazione italiana. Non nascondo l’emozione che questa notizia mi ha dato, e spero di tutto cuore di essere all’altezza delle aspettative a me riservate. Nello stesso tempo, sento il dovere di dover cogliere l’occasione di questo evento per divulgare i principi ispiratori di questa organizzazione, che da molti anni seguo come genitore e come volontario.

Special Olympics è il programma internazionale più diffuso al mondo di allenamenti e competizioni sportive per persone con disabilità intellettivo-relazionale.

Il movimento è stato fondato da Eunice Kennedy Shriver, sorella dell'ex Presidente degli Stati Uniti, che nel 1968 diede il via ufficiale con i primi giochi internazionali di Chicago, Illinois. A livello internazionale, Special Olympics è riconosciuto dal CIO (Comitato Olimpico Internazionale) ed i suoi programmi sono adottati in più di 200 Paesi. A livello nazionale Special Olympics Italia è una associazione benemerita riconosciuta dal CONI e dal CIP, è presente nel nostro Paese dal 1983 ed opera in tutte le regioni, attraverso convenzioni stipulate con alcuni tra i maggiori enti di promozione sportiva italiani.  

In Italia vi sono oltre 1.450.000 persone con disabilità intellettiva che ogni giorno si trovano a dover fronteggiare ostacoli di ogni tipo.

Special Olympics utilizza lo sport come mezzo per permettere loro di dimostrare le proprie abilità e come strumento per una piena integrazione nella società, offrendo alle persone con disabilità la possibilità di migliorare la propria salute fisica e psichica attraverso la pratica sportiva. Promuove il valore educativo e culturale dello sport, coinvolgendo persone con e senza disabilità ad allenarsi e gareggiare insieme ed ambisce ad un cambiamento culturale della visione delle persone con disabilità, operando attivamente nelle scuole e nelle società sportive.

 Le attività sportive, che vengono praticate insieme ai propri coetanei e a chi possiede pari abilità, favoriscono il rafforzamento dell’autostima e la conquista dell’autonomia personale, ma soprattutto, negli sport unificati, le attività vengono svolte in modo inclusivo da persone con e senza disabilità che praticano sport insieme permettendo di sviluppare nuove relazioni gratificanti. Il messaggio che viene trasmesso è di grande speranza per tutta la comunità. Special Olympics organizza ogni anno eventi denominati giochi a carattere regionale, interregionale, nazionale e ogni quattro anni mondiale.  I Giochi raffigurano un prezioso strumento per sensibilizzare le città coinvolte ed i territori limitrofi sul tema della disabilità intellettiva, nonché educare i più giovani alla comprensione e alla valorizzazione della diversità in ogni sua più ampia espressione. I Giochi oltre ad essere significativi momenti di riconoscimento per gli atleti partecipanti e le loro famiglie, rappresentano importanti occasioni per informare ed avvicinare i cittadini al volontariato attivo e favorire l’abbattimento di stereotipi, favorendo la costruzione di una società più inclusiva.  

Vorrei ricordare il bellissimo giuramento dell’atleta Special Olympics che recita: «Che io possa vincere, ma se non riuscissi, che io possa tentare con tutte le mie forze».

Il logo di Special Olympics diventa un prezioso simbolo in occasione dei giochi mondiali; esso raffigura cinque atleti stilizzati uniti in un cerchio a simboleggiare la presenza globale del Movimento nel mondo, in tutti i continenti. Le braccia inizialmente basse, in senso di sconforto come condizione di partenza diventano poi distese e unite a simboleggiare il passaggio ad una maggiore uguaglianza e ad una sensibilizzazione diffusa. Infine le braccia alzate rappresentano la vittoria contro i pregiudizi, la gioia per la piena inclusione e per la realizzazione di obiettivi e di sogni che non si credevano possibili.


Francesco Pieri

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