Fabbrica di sogni e di sorrisi

Pubblicato il 25-04-2018

di Arsenale della Piazza


C'era una volta
una fabbrica di armi, una fabbrica di male
La chiamavano Arsenale
in una città triste sotto la guerra
le bombe cadevano sulla sua terra.

Passò il tempo, e anche la guerra passò
il vecchio arsenale vuoto restò
Non serviva più a niente
Solo un brutto ricordo nella memoria della gente.

Un giorno un ragazzo di nome Ernesto
(ogni avventura inizia da un gesto)
vide la fabbrica, con buchi grossi così
E decise di dire: "Sì!".
E ci sognò dentro
sognò forte forte
che la vita può rinascere dalla morte.

Il suo sogno voleva tutti felici
E presto arrivarono tanti amici
che volevano sognare con lui l'incredibile
Cioè che cambiare è sempre possibile,
se solo c'è un po' di amore,
e tanti ci misero un po' di tempo e di cuore.

Adesso quel luogo è casa per tante persone
piccole e grandi, di ogni religione
da tanti paesi di ogni parte del mondo
si ritrovano al Sermig, per fare un girotondo
in cui tutti quanti si prendono per mano:
nessuno resta solo, nessuno è troppo lontano.

Come il vecchio arsenale militare
forse anche tu hai qualche buco da riparare
Ma stando qui con noi lo scoprirai:
attraverso i buchi la luce passa, sai.
Non dovrai avere paura di nulla
perché la luce il buio annulla
e proprio tutte le persone
anche quando non sembrano buone
possono nascere due volte
se trovano un posto dove essere accolte.

La vecchia fabbrica di armi e tristezza
ha ritrovato una nuova bellezza:
ora è una fabbrica di sogni e sorrisi,
fabbrica di abbracci e di bei visi.
Questa è certo una verità
per tanti bambini di tutte le età.

Siamo tutti diversi e ognuno è speciale:
c'è chi balla, chi pittura il mare,
chi legge un libro e chi un goal sa segnare
chi sa le tabelline e chi racconta storie interessanti
e anche se a volte non mancano i pianti
stare insieme per tante ore
è di sicuro il gioco migliore.

Adesso che c'è un "noi", non solo più "io"
Benvenuta Pace, guerra addio!
Se i nostri cuori battono vicini
cambieremo il mondo, restando bambini.

Annalisa Goria

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