Maria, Madre dei Giovani
Pubblicato il 10-09-2013
La festa che abbiamo celebrato il 2 agosto ha un inizio preciso: il 4 novembre 2000 scrissi la preghiera indicata nella raccolta col numero 3.907: Maria Madre dei Giovani. Una preghiera che mi è scoppiata nel cuore. Certamente non mi rendevo conto di aver chiamato la Madonna con un nuovo nome. Chi lo avrebbe immaginato? L’ho percepito con chiarezza il 3 febbraio 2006 quando, per una serie di circostanze oserei dire “provvidenziali”, mi trovai faccia a faccia con Benedetto XVI. Restammo soli. Al momento del congedo tirai fuori dalla cartella il piccolo poster ideato da Piero Reinerio: il profilo in celeste di una Madonna alta e slanciata e la preghiera a Maria Madre dei Giovani. Gli dissi che era la preghiera che recitiamo ogni giorno all'Arsenale della Pace, all'Arsenale della Speranza in Brasile, all'Arsenale dell'Incontro in Giordania e ad ogni appuntamento con i giovani, ovunque siamo, per affidarli alla Madonna, affinché li accompagni e li protegga. La lessi a Benedetto XVI. E lui: «Ma che bella!». Vergognandomi un po’ gli dissi che era piaciuta anche a Giovanni Paolo II che addirittura l’aveva firmata facendola in qualche modo sua, senza che osassi chiederglielo. Per cortesia chiesi a Benedetto XVI se anche lui avesse voluto firmarla. Non feci in tempo a stupirmi che la firmò. Dopo quasi sei anni da quel 4 novembre 2000 mi accorsi che la Madonna mi aveva dato il privilegio di proporla con quel nuovo nome. E poi dissi ancora al papa che ci mancava un'icona che raffigurasse il volto della Madonna con questo nuovo nome. Il papa ci invitò a cercarla e ci assicurò che l’avrebbe benedetta.
Da quel momento partì la mia ricerca per dare un volto a Maria Madre dei Giovani. La trovai nel 2010 e il 15 agosto di quell’anno tornai dal papa e gli raccontai tutti i passaggi che l’avevano portata al Sermig. Benedetto XVI la benedisse e sulla copia che gli avevo portato pose la sua firma.
La festa di quest'anno però è nata dall’incontro col mio vescovo, mons. Cesare Nosiglia, che ha benedetto l’icona e, una volta conosciuto il dialogo con il papa, ha accettato con entusiasmo la mia proposta di cominciare a festeggiare Maria Madre dei Giovani. È del 2 agosto dell'anno scorso la lettera intensa che ci ha scritto: «Alla vigilia del Sinodo dei giovani, grande occasione di evangelizzazione e di crescita per la nostra diocesi di Torino, vorrei che tutti ci affidassimo a Maria, invocandola nella preghiera con il titolo di Madre dei giovani. Oggi, 2 agosto, è una data significativa e importante nella storia del Sermig […]. Sia pertanto il giorno annuale in cui, insieme con la fraternità del Sermig e tutti gli amici, la nostra Chiesa invoca con particolare solennità la madre dei giovani, perché protegga il loro cammino verso il Signore Gesù e li renda sempre più coraggiosi testimoni del suo Vangelo».
La devozione a Maria nel Sermig è profondamente radicata. Il giorno dopo l’incontro col presidente del Consiglio Giulio Andreotti, a cui avevamo chiesto l’Arsenale militare di Torino per trasformarlo in Arsenale della Pace, abbiamo cominciato a pregare. Ci ritrovavamo ogni giorno davanti al portone dell’Arsenale e al santuario della Consolata. E l’Arsenale alla fine è arrivato come un sigillo. Il 2 agosto ricordiamo anche questo, la riconoscenza a Maria e l’affidamento a lei, affinché l’Arsenale continui ad essere per sempre un luogo materno.
da Nuovo Progetto, agosto-settembre 2013
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