Una mattina qualunque

Pubblicato il 28-09-2023

di Simona Pagani

Esco dalla chiesa per dirigermi in accoglienza. Nella notte, accompagnata dalla polizia, è arrivata una donna con i suoi figli. Vado a conoscerli. Fatna ha un occhio semi-chiuso e un livido molto ampio che si estende dalla fronte allo zigomo. Mi mostra i fogli dell’ospedale: 30 giorni di prognosi. Intanto il telefono inizia a squillare: in centralino, c’è un ragazzo tunisino, chiede un cambio di vestiti. Ha 12 anni, dice di essere arrivato a Lampedusa e di aver raggiunto alcuni conoscenti a Torino. Vive in un garage.

Si sono fatte le 10 e ad aspettarmi c’è Gaia, tirocinante dell’università. Le presento Joy, una ragazza che ha avuto il coraggio di sottrarsi al circuito della tratta e nel tempo ha imparato la lingua, preso il diploma di scuola media, frequentato un corso di cucina e da mesi ha un contratto a tempo indeterminato come aiuto-cuoca. Gaia la aiuterà nell’arduo compito di ricerca casa così che Joy possa vivere finalmente la sua piena autonomia. Passando vicino al centralino intravedo un viso conosciuto: è Joana dell’Angola, è stata nostra ospite qualche anno fa. Mi avvicino per salutarla, è qui perché ha portato un’offerta per gli alluvionati dell’Emilia Romagna.

Ore 10.30, alla porta c’è Nchecì, suora nigeriana, è venuta ad accompagnare all’emporio dei vestiti alcune ospiti appena arrivate. Poter scegliere cosa indossare è importante per tutti, specialmente per chi si trova senza nulla. Suona di nuovo il cellulare dalla cucina, mi dicono che Ludmila, 87 anni, ucraina si è sentita male. Con lei ci siamo conosciute un anno fa quando con la sua famiglia è scappata da Mariupol. Da subito si è resa disponibile per il volontariato: è una forza della natura! Niente di grave, solo un piccolo calo di pressione…ma che spavento!

Alle 11 inizia la riunione on-line con il tavolo adulti in difficoltà, a cui partecipano i servizi che si occupano di persone senza dimora. Mi collego scusandomi per il ritardo… ci chiedono se siamo disponibili ad accogliere una signora ivoriana con un cancro ai polmoni; è in un dormitorio e sta facendo la radioterapia. A causa della malattia ha perso il lavoro e la casa. Vibra il cellulare, è Lind del Perù, da noi da 10 giorni. È in questura, non ce la fa a tornare in tempo per prendere la bimba al nido. Termino la riunione e corro a prendere Cielo, 3 anni, con il timore che scoppi in pianto non vedendo la mamma, invece mi guarda, mi corre incontro e mi prende per mano. Siamo pronte a tornare a casa.

Simona Pagani

NP Giugno Luglio 2023

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