La culla per la vita

Pubblicato il 31-03-2024

di Simona Pagani

In Italia dal duemila c’è una legge che garantisce alle donne che stanno portando avanti una gravidanza indesiderata, la possibilità di lasciare il figlio in ospedale mantenendo l’anonimato. Obiettivo è offrire un’adeguata assistenza sanitaria e giuridica alla donna e al bambino.
Nonostante questa possibilità, ogni anno la cronaca riporta episodi di madri che abbandonano i propri figli appena nati per strada o nei cassonetti. Le motivazioni sono difficili da comprendere e anche da intercettare. Per questo nel 2007 in collaborazione con il CAV abbiamo aperto una culla della vita. Non come alternativa al parto in anonimato, ma come ultima ratio per quelle donne che ignorano la possibilità del parto in segretezza. Rappresenta una via legale per scongiurare gesti disperati. Si tratta di una culla termica che consente di lasciare il bambino in un luogo dove gli verrà garantita assistenza e che tutela l’anonimato della donna. Il bambino dopo le prime cure viene affidato dai servizi a una famiglia, in attesa dell’adottabilità.

La culla si trova all’ingresso del nostro poliambulatorio dove quotidianamente si svolge un attento lavoro di orientamento e di prevenzione a favore di chi non vive solo una povertà materiale, ma spesso anche culturale.
Sono tante le donne che si presentano per la loro prima visita quasi al termine della gravidanza, senza essere mai passate da un consultorio.
Da quando c’è la culla nessun bimbo è stato ancora deposto. Chissà forse è anche il risultato del lavoro di orientamento che svolgiamo. Negli anni infatti alcune donne hanno telefonato per informarsi sul suo funzionamento. È stata occasione per agganciarle e spiegare la possibilità più tutelante del parto in anonimato. Ricordo la telefonata di una giovane donna magrebina, voleva sapere se la culla avrebbe potuto accogliere anche il suo bambino di 6 mesi. La telefonata si è trasformata in un incontro personale in cui questa giovane donna ha condiviso tutta la sua angoscia nel non sentirsi in grado di accudire il suo bambino. L’abbiamo accompagnata ai servizi sociali dove le hanno proposto un sostegno per lei e la possibilità di un affido temporaneo per il bambino.

L’Arsenale della Pace da sempre è una culla della vita perché la pace non è solo assenza di guerra ma difesa della vita, specialmente quella più fragile. Vita che ha bisogno di essere protetta, accudita, accompagnata, amata, rispettata.


Simona Pagani
NP febbraio 2024

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