Trasformazioni

Pubblicato il 23-10-2023

di Simona Pagani

Quando 25 anni fa abbiamo aperto l’accoglienza femminile, il bisogno a cui abbiamo cercato di dare risposta era quello di donne che non trovavano posto nei dormitori pubblici. Provenivano principalmente da Paesi dell’Est Europa in cerca di lavoro per sostenere la famiglia rimasta in patria nella morsa di un costo della vita sempre più elevato. L’arrivo era il periodo più difficile, non avevano denaro per sostenersi, dormivano all’aperto o a rischio sfruttamento in alloggi di fortuna.

Per loro abbiamo aperto l’accoglienza notturna: locali puliti e dignitosi, una doccia, un pasto caldo, un letto per la notte in un posto sicuro. Il nostro dormitorio è stato rifugio e nello stesso tempo trampolino per migliaia di donne. Quasi tutte nel giro di pochi mesi trovavano una sistemazione come badanti. Nei primi anni del 2000 lo scenario è cambiato, accanto alle donne dall’est sono arrivate donne provenienti dai Paesi africani. Profughe che non avevano con sé nessuna valigia ma solo addosso le cicatrici di un viaggio migratorio disumano. La nostra accoglienza notturna non poteva più essere la risposta adeguata ai loro bisogni e così abbiamo destinato alcune stanze a un’accoglienza residenziale dove le donne più fragili potessero rimanere anche durante il giorno. Il dormitorio delle origini ha così lasciato il posto a una accoglienza residenziale aperta 365 giorni l’anno. Negli anni siamo diventati rifermento per tanti servizi territoriali che necessitavano di una sistemazione in emergenza per donne in situazione di fragilità: malate, vittime di sfruttamento, maltrattate sole o con bambini.

Siamo cambiati e cresciuti con le persone che abbiamo accolto. Ci siamo messi in ascolto della realtà lasciandoci interrogare dal campanello che puntualmente ha scombussolato i nostri piani costringendoci, con amore, a metterci in discussione, a capire ogni volta cosa fare per chi abbiamo davanti.

Per sostenere le persone che ospitiamo abbiamo costruito reti esterne e interne che ci consentono di offrire non solo un posto dove stare ma un percorso per ritrovarsi e pensarsi nuovamente in un presente e in un futuro. In questo senso la fraternità tutta, il nostro ambulatorio medico, la scuola di italiano, il doposcuola ci hanno permesso di offrire un’accoglienza a tutto tondo dove al centro non c’è un corpo a cui dare cibo e letto ma una persona che, prima di ogni cosa, ha bisogno di essere riconosciuta come tale.
 

Simona Pagani
NP Agosto-Settembre 2023

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