Il cuore ritrovato

Pubblicato il 15-06-2022

di Simona Pagani

Abbiamo conosciuto Luna una mattina di gennaio di un anno fa. È intirizzita, con la pelle screpolata, le labbra e le mani tagliate dal freddo. Giovanissima e molto bella. Affonda sulla poltroncina del salottino e, con un linguaggio molto colorito, dice che sta male, sta dormendo nei container dell’emergenza freddo, in mezzo a drogati e alcolisti e che non ce la fa più, da oltre un mese non fa una doccia.
Ha una storia di dipendenza da sostanze, ma lei spergiura di essere pulita. La durezza del suo linguaggio parla della vita difficile che ha vissuto, ma dallo sguardo emerge altro: una nostalgia di bene che le scoppia dentro, ma che sembra non conoscere la strada per uscire fuori. Iniziamo questo percorso insieme: il suo sguardo dice molto più delle sue parole e vogliamo che possa arrivare a vedere anche lei quel desiderio di bene che si porta dentro e che chiede di emergere.

Luna ha 23 anni, abbandonata da piccolina dalla madre tossicodipendente è cresciuta con il padre, la sua nuova compagna e la figlia della coppia. Ha lasciato gli studi ed è andata via di casa troncando i rapporti con tutti. Con il passare dei mesi la vita dell’Arsenale, i suoi ritmi, la sua calma, il clima di rispetto e di benevolenza che si respira piano piano, si insinuano nella sua vita come un dubbio: che accanto a tanto marcio forse nella vita c’è anche qualcosa di buono, di pulito? Inizia ad aprirsi, a lasciarsi voler bene, a esprimere il bene che sente, che vede e percepisce. La notte di Pasqua, a sorpresa, chiede di partecipare alla veglia. Piange ininterrottamente per due ore, il cuore si libera e il cielo smette di essere vuoto, torna ad avere un Padre che è Padre anche per lei. Luna inizia a credere nella possibilità di riprendere a studiare. Si iscrive a un corso di aiuto cuoco e i servizi sociali, a luglio le offrono una possibilità di housing sociale per 18 mesi. A luglio dello scorso anno, prima di andare via, ci ha lascato un biglietto: «Grazie per l’amore infinito che mi avete donato. Mi sento una persona diversa, con voglia di vivere bene e di fare le cose per bene. Non pensavo mai più di tornare a essere una persona normale! Scuola, casa, tranquillità mentale anche. Con il tempo siete diventate parte di me. Mi avete riempito il cuore ormai perso in passato. Per me siete speciali, persone che non vorrò mai deludere. Non smetterò mai di volervi bene. P.S. Scusate non sono tanto brava a scrivere…».


Simona Pagani
NP febbraio 2022

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