Un maestro di responsabilità

Pubblicato il 09-09-2023

di Domenico Agasso

Il Presidente della Repubblica ha ricevuto dalle mani del Papa – che lo ha definito «un maestro di responsabilità» – il Premio internazionale “Paolo VI”, assegnato dall'omonimo istituto.
Motivazione del conferimento: avere interpretato costantemente la politica come servizio al bene comune, ispirato dai valori cristiani.

La consegna è avvenuta lo scorso 29 maggio. E subito dopo Sergio Mattarella ha devoluto la cifra del riconoscimento, che ammonta a 100mila euro, alla Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi in Emilia-Romagna.
Il Capo dello Stato ha evidenziato che «alcune delle sue case d'accoglienza sono state gravemente colpite dall'alluvione dei giorni scorsi. Penso che con il premio più che la mia personale azione si intenda e si è inteso indicare un modo di interpretare l'impegno nella società e nelle istituzioni che in molti hanno praticato e sviluppato ispirandosi alla visione di Paolo VI e ai suoi insegnamenti, che tante volte ha espressi». Mattarella spera «di meritare la valutazione di averli bene interpretati».
Anche papa Francesco ha dedicato un pensiero alla gente della Regione devastata dagli allagamenti, ponendola a esempio civico: «La responsabilità, come ci mostrano in questi giorni tanti cittadini dell'Emilia-Romagna, chiama ciascuno ad andare contro-corrente rispetto al clima di disfattismo e lamentela, per sentire proprie le necessità altrui e riscoprire se stessi come parti insostituibili dell'unico tessuto sociale e umano a cui tutti apparteniamo».

Mattarella e il Pontefice sono entrati insieme, accompagnati da un lungo applauso, nella Sala Clementina, dove si è svolta la cerimonia. Il vescovo di Roma, nel suo discorso, ha ribadito la profonda ammirazione per il capo dello Stato, «un maestro semplice, e soprattutto un testimone coerente e garbato di servizio e di responsabilità » e ha ricordato come «il conferimento del Premio Paolo VI al presidente Mattarella sia proprio una bella occasione per celebrare il valore e la dignità del servizio, lo stile più alto del vivere, che pone gli altri prima delle proprie aspettative.
Che ciò sia vero per Lei, signor Presidente, lo testimonia il popolo italiano, che non dimentica la sua rinuncia al meritato riposo fatta in nome del servizio richiestole dallo Stato». E a proposito di senso del dovere, «penso a quella componente essenziale del vivere comune che è l'impegno per la legalità. Essa richiede lotta ed esempio, determinazione e memoria di quanti hanno sacrificato la vita per la giustizia. Penso a suo fratello Piersanti», ucciso dalla mafia nel 1980, «e alle vittime della strage mafiosa di Capaci».
 

Domenico Agasso
NP giugno / luglio 2023

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