Sr. Leonella, un sorriso oltre la vita

Pubblicato il 31-08-2009

di Annamaria Gobbato

Il 24 marzo è il giorno che la Chiesa dedica ai missionari che hanno donato la vita per Gesù e i fratelli. Per questo vogliamo presentare all’attenzione di chi ancora non la conosce la figura di suor Rosa Maria Leonella Sgorbati, Missionaria della Consolata, uccisa con sette colpi di pistola a Mogadiscio, Somalia, nel 2006.

Siamo aiutati in questo compito da un interessantissimo libro, “Sacrificio e Perdono. Sr. Leonella Sgorbati”, a cura di Eugenio Fornasari, Edizioni Agami 2007.
È nel libro che troviamo il ritratto di sr. Leonella, scritto da lei stessa sotto forma di lettere. Eccone due – del 1996 e del 2001 - dirette al Centro Missionario Diocesano di Piacenza.

a cura di Annamaria Gobbato

sleonella.jpg.jpg         “Mi chiamo sr. Leonella Sgorbati, una Missionaria della Consolata, sono nata 55 anni fa (nel 1996 – n.d.r.) a Rezzanello, una frazione di Gazzola (PC). Dopo il noviziato sono partita immediatamente per l’Inghilterra, nei primi mesi del 1966. Ho compiuto gli studi e, di là, sono partita per il Kenya nel novembre 1970. Da allora ho curato malati, aiutato bambini a nascere… insegnato agli studenti infermieri, ma soprattutto, spero di avere cercato di rivelare l’amore del Padre per tutti i suoi figli, la sua Consolazione – Gesù – e ho cercato di fare l’unica cosa che penso serva: voler bene…
Io, come vi dicevo, mi sono occupata finora (quando scrive la lettera è ormai da tre anni Superiora regionale e quindi destinata ad altri incarichi – n.d.r.) principalmente della direzione e dell’insegnamento in una scuola per infermieri. Oltre duecento fra ragazzi e ragazze dai diciotto ai venticinque anni e una ventina di religiose di congregazioni locali… vi assicuro che ho voluto e voglio tanto bene a quella squadra di bella gioventù e che sento ancora tanto la loro mancanza… Devo anche dirvi che mi tenevano bella sveglia ed attiva per poter provvedere tempi ricreativi interessanti e responsabili, incluse ottime partite di calcio e pallavolo contro le altre squadre della zona… gioventù bella e aperta alle cose buone anche se, come tutti alla loro età, pronti a combinarne delle belle…”.

        “Abito per sei mesi all’anno in Kenya, dove faccio parte del team che offre un ‘periodo sabbatico’ alle nostre sorelle provenienti da varie parti dell’Africa e sei in Somalia, precisamente a Mogadiscio, dove noi missionarie della Consolata siamo da molti anni e dove un gruppetto di noi è rimasto, nonostante la guerra. Mi è stato chiesto di aprire una scuola per infermieri; sono stati scelti gli studenti (22) che ora stanno studiando l’inglese. A maggio (del 2002, n.d.r.) inizieremo la scuola vera e propria, anche se Mogadiscio è ancora una zona molto “calda” di pallottole e varie altre attività poco piacevoli. La gente povera è veramente stanca e ridotta agli estremi. La gioventù dopo 11 anni di guerra civile ha perso le speranze e desidera una vita che non abbia più violenza. Nella scuola, che è nell’Ospedale del SOS (vedi box a lato), vi saranno corsi per 5 mesi e gli altri saranno di pratica, dove gli studenti saranno sotto la cura dei miei due bravissimi aiutanti: una signora ed un uomo tutti e due ben qualificati e pieni di buona volontà”.


Nel libro troviamo anche testimonianze di coloro che sono venuti in contatto con sr. Leonella, come una sua consorella.
 
        “Ho conosciuto sr. Leonella all’età di 18 anni, nella scuola infermieristica, e in seguito è stata mia superiora in Kenya. La sua morte improvvisa ha portato nella mia mente tanti ricordi di momenti forti vissuti insieme, momenti di gioia e di sofferenza, di festa e di incertezze, momenti vissuti con tanta fede e fiducia in Dio.

Era molto chiaro per sr. Leonella il significato di essere una donna consacrata a Dio, appartenente totalmente a Lui e data tutta a Lui, proprio come e dove voleva Lui. Questo grande dono era per sr. Leonella fonte di tanta gioia, la gioia di sentirsi sposa di Cristo. La relazione con Dio è sempre stata il centro della sua vita ed era un rapporto molto familiare ed intimo con il Signore: parlava a Lui o di Lui come se fosse lì davanti a lei, faccia a faccia. Da sr. Leonella imparai a pregare nella vita vissuta, in qualunque situazione mi trovassi. Infatti quando avevamo incontri personali con lei, la prima domanda era sempre la stessa: ‘Come va la relazione?’. All’inizio non capivo di quale relazione parlasse e alla mia domanda rispose piuttosto sorpresa: ‘Quale relazione? Quella con il Signore! È l’unica cosa che conti se vuoi veramente consacrarti a Lui’”.
L'ospedale pediatrico del SOS

dove era impegnata sr. Leonella assieme a quattro consorelle, ha iniziato la sua attività nel 1990, affiancato al già esistente Villaggio SOS. È l’unico ospedale pediatrico del Paese ed è totalmente gratuito. Vi lavorano sei medici, quindici infermieri, ha 120 posti letto ed ogni giorno nel suo ambulatorio vengono effettuate 250-300 visite. Ci sono mamme che si sobbarcano decine di chilometri a piedi per portarvi il proprio bambino ammalato. L’ospedale è sostenuto dalla Ong austriaca “SOS children” che ha una sede a Trento
.

Evidentemente, sr. Leonella era una di quelle anime che, come scrisse il poeta Tagore, “sono arpe che Dio sfiora per trarne melodie d’eternità”.

a cura di Annamaria Gobbato

  Vedi anche:
  Libertà perseguitata


 
 
 
 

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok