Sorella stanchezza
Pubblicato il 04-03-2024
Lasciarsi guardare nella propria debolezza non è così scontato, ma quando si accetta che questa possa essere sostenuta dagli altri, la stanchezza non è più nemica, diventa sorella. In arsenale non si sta mai con le mani in mano, ma in questo periodo più che mai abbiamo letteralmente le mani in pasta.
Contiamo gli impasti di biscotti fatti e ogni anno superiamo l’anno precedente e siamo sempre noi. Possiamo proprio dirlo: il mondo ha fame, e non tanto di biscotti buoni, ma di quello che rappresentano: lavoro condiviso che mette insieme il tanto o il poco che ognuno ha e il senso di essere casa insieme, ognuno con le sue diverse abilità, senza doversi giustificare, esprimendosi liberamente per quello che si è.
E come si fa a sfamare questa fame? Noi a volte siamo stanchi e sfiniti, ma senza sapere neanche bene come, facciamo sentire gli altri a casa; a volte proprio noi siamo i primi a riconoscerci assetati, eppure dissetiamo gli altri, forse proprio perché sappiamo noi per primi che non è farina del nostro sacco, ma viene dal sacco di Dio che è per questo inesauribile. Chi ci guarda forse vede tutte le nostre magagne e imperfezioni, di chi abita in mezzo agli imprevisti e a una sproporzione gigante, ma forse vede anche questo desiderio ostinato di provarci e riprovarci, di rialzarci dalle nostre cadute – assai più frequenti quando si è più stanchi.
Le luci del tempo di Natale ci hanno richiamato all’unica luce che non si spegne mai, anche quando noi siamo scarichi e senza energia, ci ha ricordato quel desiderio che abbiamo tutti dentro e a volte nascondiamo, quello di sentirsi semplicemente amati, a casa. Questo desiderio ci tiene in piedi e quando gli diamo ossigeno, quando è affidato, diventa possibile: grazie a Dio, grazie a tanti.
L’abbiamo sperimentato nella festa di Natale con tutti i volontari, i ragazzi e gli educatori. L’attesa ha allargato il desiderio e questa festa è stata preparata con cura grazie ad un’amica che ci ha regalato la possibilità di un allestimento speciale, realizzato dai nostri ragazzi nei giorni precedenti. Ancora una volta abbiamo visto come – anche attraverso la nostra stanchezza – possiamo essere casa insieme.
Maria Claudia Brunello
NP Gennaio 2024