Mi sento come a casa mia

C’è un detto che ci piace molto che dice che per crescere un bambino ci vuole un villaggio; ma noi siamo altrettanto convinti che attorno a ogni persona ci sia un villaggio e se fai stare bene una persona, tutto il mondo che la circonda a sua volta viene toccato da questo bene.

L’abbiamo sperimentato ancora una volta qualche giorno fa invitando tutte le famiglie delle persone con disabilità che ogni giorno vengono all’Arsenale dell’Armonia per vivere insieme a noi questa casa. Non sono riusciti a venire tutti, eppure abbiamo riempito il salone.

Barbara salta felice perché ha ricevuto il suo badge: ora è davvero, a tutti gli effetti, una vera volontaria! Perché stai bene qui? Perché c’è Martina, Tamara, Silvia, Elena, Claudia… è bello che i ragazzi non danno mai risposte teoriche, ma parlano di persone concrete con cui si trovano bene. Stefano parla poco, ma abbraccia tanto. Simone mangia veloce perché deve correre subito fuori a stare con il cane: è un grande amante degli animali e qui ha imparato tanti lavori, come bagnare le piante e riempire le caraffe dell’acqua. Manuela ha imparato a tagliare le zucchine raccolte nell’orto per preparare il pranzo, poi piega i panni puliti, svuota la lavastoviglie.

Quello che facciamo qui non è poi tanto diverso da quello che si può fare a casa e infatti Daniela lo scrive in un biglietto che ci ha dato: «Io mi sento come a casa mia, qui abbiamo la possibilità di contribuire alla casa, fare il caffè, preparare la colazione; ci sono varie attività come svuotare i bidoni dell’immondizia e mettere i sacchi puliti».

Per Massimo il Sermig «è un posto dove mi sento accolto, in cui mi sento utile per gli altri». L’Eremo sempre di più sta diventando un villaggio dove ogni persona può tirare fuori il meglio che ha e tornare a casa con la convinzione che è possibile stare bene insieme anche se siamo tanto diversi.


Maria Claudia Brunello
NP Novembre 2023