Quel piccolo passo in più

Pubblicato il 17-07-2022

di Roberto Cristaudo

Mi trovavo in Portogallo, più precisamente ero arrivato da poco a Lisbona e presto sarei ripartito in direzione sud. Avevo un paio di giorni liberi e decisi che li avrei passati visitando la zona portuale di Almada. Passeggiando lungo le rive del Tago, il fiume che lambisce la capitale sfociando poi nell'Oceano Atlantico, vidi in lontananza un oggetto che pareva una nave incagliata o qualcosa di simile.

Preparai il piccolo drone per andare a scoprire da vicino di cosa si trattasse, ma i dubbi di poterla raggiungere erano tanti. Sarei riuscito a far volare il drone fino alla nave, scattare qualche fotografia e rientrare poi alla base prima di esaurire la batteria?
I droni di piccole dimensioni, come il mio, sono leggeri e adatti per essere portati in viaggio, hanno un'autonomia di mezz'ora di volo, e in teoria possono raggiungere una distanza di circa 7 km. Sono però dati relativi perché dipendono sostanzialmente dalle temperature di utilizzo, dalla direzione del vento nonché dalla sua forza. Nel mio caso specifico, l'operazione era abbastanza rischiosa, a causa della distanza a cui mi trovavo dalla nave e al forte vento contrario.

Ci pensai un po' ma poi decisi di decollare comunque e provarci.
Quando raggiunsi la nave, quello che vidi, da una posizione privilegiata come se fossi stato un uccello in volo, mi lasciò senza fiato. Le onde la colpivano ripetutamente e, con la loro forza, riuscivano ad attraversarla nonostante le sue dimensioni importanti.
Scattai velocemente qualche fotografia, girai un paio di brevi video e iniziai il volo di rientro. Quando arrivai nei pressi della costa, la batteria era ormai scesa al 10% e il segnale acustico mi avvisava di atterrare appena fosse stato possibile. Il drone arrivò sulla piazzola da dove era decollato poco prima e io tirai un sospiro di sollievo. Se avessi ritardato il rientro di qualche minuto, sarebbe sicuramente finito in mare.

Alla sera, scaricando le immagini sul mio computer, provai una soddisfazione proporzionale al rischio che mi ero preso decollando, nonostante le condizioni avverse. Mi venne in mente che spesso la vita ci mette di fronte a delle scelte, e la decisione dipende unicamente da noi e dal nostro coraggio. Fare quel piccolo passo in più mi aveva permesso di realizzare un servizio fotografico unico. Viceversa, se avessi rinunciato, mi sarebbe rimasto il rimpianto di aver perso un'occasione irripetibile.

Questo pensiero è alla base di "mind the gap" titolo di questa rubrica, tratto dal popolare annuncio “attenzione al vuoto”, che ricorda lo spazio che c'è fra treno e banchina nelle stazioni della metropolitana di Londra.
Di fronte a una possibilità di avvicinarti a qualcosa di nuovo, di non conosciuto, devi certamente prestare attenzione, ma se vuoi davvero salire su quel treno, lo spazio che ti separa lo devi attraversare, altrimenti non saprai mai cosa ti aspetta dall'altra parte.
Tutte le fotografie di questa rubrica sono state scattate facendo quel piccolo passo in più.


Roberto Cristaudo
NP marzo 2022

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