La domanda

Pubblicato il 29-04-2024

di Roberto Cristaudo

Ci sono domande che più frequentemente di altre mi vengono poste.
Alcune tra tante sono: «Come ti è venuto in mente di fare questa fotografia e fisicamente dove ti sei messo? Dietro il soggetto di sicuro, ma poi come hai spiegato questa scelta? Al soggetto, come glielo dici che sei lì dietro per fare una fotografia?» Quando si fotografa in strada (per favore non chiamatela street photography, è fotografia!) si agisce d’istinto.
É probabile che tutto nasca molto prima di scattare. Dicono che quello che riesci a vedere sia relativo alle esperienze vissute, ai libri letti e ai film visti, ma anche alla musica che ascolti.
Una parte che ritengo molto importante per influenzare lo sguardo sono i viaggi, non tutti però. Dipende dalla modalità, dal tempo che si dedica a osservare mentre ci spostiamo da un punto a un altro. Solo dopo aver osservato deve arrivare la necessità di raccontare fotografando.

Allora perché tutto funzioni è necessario rallentare il riconoscimento e allungare la visione. Il nostro sguardo sui luoghi e sulle persone alle volte è frettoloso, troppo breve per essere assimilato e fissato nei nostri ricordi.
I viaggi della fretta non sono viaggi, sono consumo del tempo, sono spreco. Viaggiare lentamente è invece un atto politico, alcune volte anche rivoluzionario.
Una cosa è certa, ciò che è urgente non lascia quasi mai tempo a ciò che è importante e se vuoi fare buone fotografie, devi necessariamente rallentate il passo e procurarti un La domanda paio scarpe comode.
 

Roberto Cristaudo
NP marzo 2024

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