Il censimento di Sander

Pubblicato il 22-10-2023

di Roberto Cristaudo

Ti sei mai domandato «Quanti uomini hanno vissuto sulla Terra?» É una domanda che avvicina le persone comuni agli scienziati, divertente da fare agli amici, sulla spiaggia sotto l'ombrellone. Perché né noi né gli scienziati ne abbiamo la benché minima idea. Dal 1995 al 2011 il Population Reference Bureau di Washington è stata la prima organizzazione che ha provato a calcolare questo numero, ipotizzando la comparsa dell'uomo sulla terra, a partire dall' homo sapiens sapiens, intorno a sessantamila anni fa. Il dato finale, se pur approssimato è impressionante: 108 miliardi di persone. Anonimi, senza volto, una moltitudine dimenticata, salvo poche illustri eccezioni. Proprio a una parte di questa massa, rende giustizia August Sander con il suo libro Uomini del XX secolo, un'opera che è ben più di una raccolta di fotografie, è piuttosto un'enciclopedia, utopica, audace e delicata. Sander nasce nel 1876 in una modesta famiglia di Herdorf, città mineraria della Germania. Il destino vuole che la fotografia lo accompagni fin dall'inizio, ed è proprio in miniera che gli viene affidato il primo incarico di documentazione delle fasi di produzione per conto della compagnia mineraria.

Quello che il giovane August apprezza della fotografia, nonostante la sua iniziale scarsa preparazione in materia, è la possibilità di fermare le cose per quello che sono e di renderle eterne. Anche durante la chiamata alle armi, chiede di essere assegnato al servizio di documentazione dell'esercito, cosa che gli permette di viaggiare nei successivi anni per tutta la Germania. Ormai è deciso, farà il fotografo. Prima a Linz, poi a Colonia apre uno studio fotografico dove nel 1910 darà inizio alla sua opera magna di censimento Menschen des 20 articolata in sette gruppi: il Contadino, il Lavoratore, la Donna, le Posizioni sociali, l'Artista, la Città e gli Ultimi.

Nel 1925, in una lettera indirizzata a Erich Stenger, conferma la volontà di realizzare un'opera che, per mezzo di riprese fotografiche fedeli, sarà in grado di rappresentare una psicologia veridica della nostra epoca e del nostro popolo. Inquadrature frontali, sguardi diretti in camera, figure statiche e sfondi neutri, utilizzo dei tempi di esposizione lunghi per curare i dettagli e rivelare in modo preciso la professione e la collocazione sociale dei soggetti fotografati. «La sua opera non consiste nella produzione di ritratti somiglianti, in cui si possa riconoscere con facilità e certezza un determinato individuo, ma di ritratti che suggeriscono intere storie» scrive di lui Alfred Doblin. Durante il regime nazista, su birà pesanti persecuzioni, e il suo lavorò verrà parzialmente distrutto dalle autorità che non accettano che l'ariano possa apparire uguale all'ebreo o all'omosessuale. Sander risponderà in modo rivoluzionario aggiungendo al suo progetto ulteriori sottosezioni intitolate Prigionieri politici, Perseguitati e Lavoratori immigrati rendendo così ancora più visibili le drammatiche ferite sociali provocate dal nazismo.

Nel 1944 il suo studio andrà distrutto durante un bombardamento, nel corso del quale scompaiono circa tremila negativi. É il colpo di grazia per il povero August che decide di abbandonare il progetto dedicandosi saltuariamente alla fotografia di paesaggio. Porta comunque a termine la sua opera, purtroppo incompleta a causa della stupidità e dell'intolleranza razziale.


Roberto Cristaudo
Np agosto / settembre 2023

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