Liberi di fare il bene

Pubblicato il 08-05-2024

di Cesare Falletti

Ogni tanto penso che dovrei usare un bastone per andare più sicuro nella mia camminata quotidiana. Poi lo lascio a casa. Rifiuto di invecchiare o voglia di essere più libero? Da sempre l’uomo ha costruito degli strumenti utili per stare e agire meglio. Ma la cosa non va da sé. Gli strumenti possono anche far paura. Mio padre, che al tempo della diffusione della televisione in Italia aveva già passato i 60 anni, non ha mai voluto averla in casa. Credo temesse di non aver più bisogno di andare al cinema!

Ogni novità mette paura o provoca entusiasmo: dipende da come la si guarda. Il sospetto sulla novità è altrettanto deleterio del disprezzo per il passato. Si giudica spesso ciò che non si conosce e un’informazione superficiale non ci permette un giudizio obbiettivo e sereno: ma dobbiamo ricordare che è il come si userà la nuova invenzione, idea o cultura che ne dice il valore positivo o negativo. Questo per tutte le cose, perfino per la medicina, che è un settore che nel suo progresso ha cambiato la vita, almeno nei Paesi in cui se ne può approfittare, a popolazioni intere, permettendo alla maggioranza dei bambi ni di vivere e agli anziani una vecchiaia meno degradante. La dinamite è servita per costruire strade, ponti, gallerie e perfino i tetti del mio monastero. Ma ha fatto diventare la guerra ancora più crudele di ciò che era prima. E così e ancor più l’energia atomica. Oggi viviamo in un clima di ricerca e di invenzioni che fanno girare la testa e che stanno cambiando la civiltà, i rapporti umani, il modo di sapere e di comunicare: con tutto ciò che questo ha di positivo, ed è molto, ma anche di negativo. Tutto deve aiutare l’uomo nella sua crescita e l’umanità nel suo tendere verso l’unità (ma speriamo non l’uniformità): rimane sempre per la persona umana la libertà del come si usano queste novità e cosa ne facciamo.

Paura o adorazione? Non si può vivere né nel rifiuto, un po’ ottuso, di ciò che la ricerca e l’intelligenza umana pongono al nostro servizio, né in una accoglienza acritica delle scoperte e invenzioni sempre più sbalorditive che ci sono messe davanti. L’intelligenza, la sensibilità e la vera prudenza, che sono grandi ricchezze che il Creatore ha messo nella sua creatura umana, non possono e non devono essere messe a tacere davanti al brillare di tutto ciò che l’uomo può inventare o scoprire. Lui ci ha dato immensi doni per imparare a vivere meglio e per aiutare i nostri simili, ma in noi, oltre a tante cose belle, ci sono anche l’orgoglio, l’avarizia, la prepotenza, e tanti altri sentimenti che deviano la nostra percezione delle cose giuste. Papa Francesco, parlando dell’intelligenza artificiale, mettendo anche in luce quanto bene può fare all’umanità, ha mostrato anche la preoccupazione di un uso immorale di essa, per esempio per costruire armi, che possono anche essere messe in mani impazzite. Dobbiamo ricordarci sempre il pensiero di Dio, immutabile e sempre valido, annunciato dal profeta Isaia: «Egli giudicherà tra nazione e nazione e sarà l’arbitro fra molti popoli; ed essi trasformeranno le loro spade in vomeri d’aratro, e le loro lance, in falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra, e non impareranno più la guerra» (Is 2,4).

Questa profezia deve rimanere una indicazione, una mappa per la ricerca e il progresso della ricerca umana e non sarà mai sorpassata o resa inutile. Ci permette anche di alzare lo sguardo e vedere con speranza il progresso del mondo. Anche se ci lascia una totale libertà, Dio non si stanca di volgere al bene anche le nostre miserie.


Cesare Falletti
NP marzo 2024

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