Il leone di Münster

Pubblicato il 31-10-2023

di Annamaria Gobbato

«Non possiamo rinunciare a confessare che esiste qualcuno di più elevato della razza, del popolo e della nazione: l’Onnipotente ed eterno Creatore dei popoli e delle nazioni». Mons. Clemens August von Galen non ha peli sulla lingua, mentre si rivolge all’assemblea dei fedeli riuniti nella cattedrale di Münster. Corre l’anno 1934, nel Paese continua l’ascesa al potere di Adolf Hitler, supportata da una martellante propaganda i cui caratteri xenofobi sono esaltati dalla prospettiva di una futura Grande Germania alla guida del mondo. Follie paranoiche che pochi all’epoca seppero diagnosticare e combattere a viso aperto. Uno di questi fu il “leone di Münster”, appunto mons. Von Galen. La sua lotta contro il “drago nazista” continua tenace, con gravi rischi per l’incolumità propria e dei cristiani rimasti immuni dal veleno hitleriano: molti sacerdoti vengono deportati. Von Galen li incoraggia a tener duro: «Gli innocenti ricevono da Dio la grazia per mantenere la loro forza cristiana».

Nel ’41, ecco l’eliminazione sistematica dei malati di mente, il progetto AktionT4. Il vescovo insorge: «Si tratta di uomini e di donne, del nostro prossimo, di nostri fratelli e sorelle! Essi sono improduttivi, se vogliamo. Ma questo significa forse che hanno perso il diritto di vivere?». Goering lo accusa di “sabotare la forza di resistenza del popolo tedesco nel bel mezzo della guerra”, Hitler gli promette la forca, e il fratello Franz viene deportato assieme a 40 sacerdoti di Münster. Quando diventa chiaro che la Germania perderà la guerra mentre le sue città vengono distrutte dagli Alleati, le azioni e il pensiero del presule sono di sostegno materiale e morale per la sua gente. Esorta a non odiare il nemico: «È una consolazione per una madre tedesca che sia ucciso il figlio di una madre inglese? La vendetta non consola!». Von Galen muore nel ’46. Fedele al suo motto, Nec Laudibus, Nec Timore (Né con le lodi, né con il timore), per lui la giustizia e la verità sono al di sopra di tutto. Nessun Hitler, il “Verführer”, “seduttore, colui che travia” gli ha mai fatto cambiare idea…


Annamaria Gobbato
NP agosto / settembre 2023

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