Giù le mani dall'Africa

Pubblicato il 02-06-2023

di Domenico Agasso

Il 31 gennaio papa Francesco arrivato a Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo, «Paese ampiamente depredato», e lancia un duro monito contro «il colonialismo economico» praticato dagli Stati più ricchi del pianeta, uno «sfruttamento» che ha messo in ginocchio il continente. Francesco inizia con questo appello il suo viaggio apostolico nel cuore del continente africano, in Congo e poi in Sud Sudan, dove resterà fino al 5 febbraio.

Nel Palais de la Nation denuncia senza mezzi termini «il veleno dell’avidità» che «ha reso insanguinati i diamanti, la luminosa bellezza di questa terra». Il Pontefice si dice «felice di essere in questa terra così bella, vasta e rigogliosa, che abbraccia a nord la foresta equatoriale, al centro e verso sud altipiani e savane alberate, a est colline, montagne, vulcani e laghi, a ovest altre grandi acque, con il fiume Congo che incontra l’oceano». È una regione in cui «la storia non è stata generosa: tormentata dalla guerra, continua a patire entro i suoi confini conflitti e migrazioni forzate. Questo diaframma d’Africa, colpito dalla violenza come da un pugno nello stomaco, sembra da tempo senza respiro».
Bergoglio parla di «genocidio dimenticato», sostenendo che «non possiamo abituarci al sangue che scorre da decenni, mietendo milioni di morti».
E poi per il Papa è «tragico che questi luoghi soffrano ancora forme di sfruttamento. Dopo quello politico, si è scatenato un “colonialismo economico”, altrettanto schiavizzante». Così il Paese «non riesce a beneficiare delle sue immense risorse». Si tratta di un «dramma davanti al quale il mondo più progredito chiude spesso gli occhi, le orecchie e la bocca». Perciò il Papa esclama «giù le mani dalla Repubblica Democratica del Congo!»; e grida «basta soffocare l’Africa: non è una miniera da sfruttare o un suolo da saccheggiare».

Allo stesso tempo il Pontefice invita le autorità locali a mettersi al servizio della gente, evitando «corruzione e ingiustizia». Perché molti dei soprusi sono legati alla gestione delle risorse naturali, in particolare diamanti e coltan per i telefonini.
Dunque il Papa esorta a non lasciarsi «manipolare né comprare da chi vuole mantenere il Paese nella violenza, per sfruttarlo e fare affari vergognosi: ciò porta solo morte e miseria». Francesco chiede inoltre di «favorire elezioni libere, trasparenti e credibili; estendere la partecipazione ai processi di pace alle donne, ai giovani e ai gruppi marginalizzati; prendersi cura delle tante persone sfollate e rifugiate». Mette in guardia anche dal «tribalismo.
Parteggiare ostinatamente per la propria etnia o per interessi particolari, alimentando spirali di odio e di violenza, torna a svantaggio di tutti».
 

Domenico Agasso
NP marzo 2023

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