Laudate Deum
Pubblicato il 13-12-2023
«Il mondo si sta sgretolando e si sta avvicinando a un punto di rottura. Siamo appena in tempo per evitare danni ancora più drammatici». Papa Francesco nella Laudate Deum (Lodate Dio) sprona gli Stati alla battaglia contro la crisi climatica, auspicando che la conferenza sull’ambiente «Cop28 di Dubai porti a una decisa accelerazione della transizione energetica». Il Pontefice verga una constatazione che suona come una stoccata forte e chiaramente indirizzata: «Se consideriamo che le emissioni pro capite negli Stati Uniti sono circa il doppio di quelle di un abitante della Cina e circa sette volte maggiori rispetto alla media dei Paesi più poveri, possiamo affermare che un cambiamento diffuso dello stile di vita irresponsabile legato al modello occidentale avrebbe un impatto significativo a lungo termine». E sfida le tesi dei negazionisti, parlando di «opinioni sprezzanti e irragionevoli», che si sentono «anche dentro la Chiesa». Il 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi, il Pontefice ha pubblicato l’esortazione apostolica che integra, a otto anni di distanza, l’enciclica Laudato si'.
Nella nuova lettera sull’ecologia denuncia il disinteresse delle potenze economiche. Dice basta a chi ridicolizza il tema. E difende «i gruppi “radicalizzati”», come per esempio Ultima Generazione: «Occupano un vuoto della società nel suo complesso, che dovrebbe esercitare una sana pressione, perché spetta a ogni famiglia pensare che è in gioco il futuro dei propri figli». Un invito ai singoli, dunque, a rendere virtuose le azioni quotidiane.
Il vescovo di Roma sostiene che «quanto accade in qualsiasi parte del mondo ha ripercussioni sull’intero pianeta. Tutto è collegato, e nessuno si salva da solo». Peraltro, il Papa evidenzia «che le soluzioni più efficaci non verranno solo da sforzi individuali, ma soprattutto dalle grandi decisioni della politica nazionale e internazionale», quest’ultima definita da Bergoglio troppo «debole». E così il Pontefice chiede di riconfigurare e «democratizzare» il multilateralismo, che dovrebbe formarsi «dal basso», senza più «istituzioni che preservano solo il potere dei più forti».
Francesco mette in guardia dai negazionismi: «Per quanto si cerchi di negarli, nasconderli, dissimularli o relativizzarli, i segni del cambiamento climatico sono lì, sempre più evidenti». E l’origine «umana – “antropica” – del cambiamento climatico non può più essere messa in dubbio», dunque Bergoglio striglia i Paesi più ricchi, poiché «la crisi climatica non è propriamente una questione che interessi alle grandi potenze economiche, che si preoccupano di ottenere il massimo profitto al minor costo e nel minor tempo possibile».
Domenico Agasso
NP novembre 2023