Portato dal mare

Pubblicato il 11-03-2022

di Fabrizio Floris

Nel mezzo del cammino della sua vita, padre Pierluigi Maccalli, missionario SMA (Società delle missioni africane) si è ritrovato in una sabbia arida con una catena al piede. Non è l'incipit di un romanzo, ma la cronaca di un rapimento avvenuto il 17 settembre 2018 nella piccola cittadina di Bomoanga (circa 150 km da Niamey). Un rapimento durato quasi 25 mesi e messo in atto da uno dei movimenti jihadisti che operano tra il Sahel e il Sahara, il GSIM (Gruppo di sostegno all'islam e ai musulmani, Nassaratu islam wa muslimins). All'inizio pensa che vogliano soldi (lighi), ma poi si accorge che non parlano la sua lingua il gurmancé, sono peul e non sono coupeurs de routes banditi di strada, ma mujaheddin (combattenti nel jihād). Viene caricato sopra una motocicletta e portato verso nord attraverso soprattutto piste interne, sentieri, finché non arriva in un primo covo il 5 ottobre 2018 e viene incatenato. Si ribella, urla di non essere un cane, ma il soldato risponde: «Sì, è così che diciamo di voi, siete dei cani».

Piange, si dispera, racconta cosa faceva in Niger: pozzi, farmacia, scuola, aiuto ai bambini malnutriti, ma il suo carceriere risponde: «Il bene fatto non ti servirà a nulla se non diventi musulmano. Solo l'adesione all'islam salva dal fuoco eterno». Dopo qualche settimana viene spostato e preso in carico da un altro gruppo e poi ancora da un altro finché non approda nel Sahara. Gli spostamenti sono continui, ogni tanto sentono il ronzio dei droni, anche i carcerieri cambiano e le relazioni si interrompono. Uno dei capi gli chiede di insegnargli il francese e con la metà di un foglio strappato inizia a scrivere, poi prosegue con la metà di un quaderno e altri fogli che riesce a recuperare e che, nel momento della liberazione, nasconderà in una tasca che aveva cucito nel pigiama e che danno origine al suo bellissimo Catene di libertà. Per due anni rapito nel Sahel (Emi).

Un diario intimo e spirituale intrecciato con la cronaca. «Nel deserto devi farti portare dal mare: abbandonati con fiducia, lasciare il timone, non affaticarti a remare contro onde troppo grandi per le tue forze. Rischi solo di affondare nella depressione e nella follia. Fatti portare dal mare». Alterna momenti di sconforto: «Ci sono giorni in cui non riesco a ricordare i nomi dei miei cari» e momenti di maggiore serenità: «La notte nel deserto, un'infinità di stelle che mi facevano sentire un puntino nell'universo, ma un puntino sotto lo sguardo di Qualcuno».


Fabrizio Floris
NP dicembre 2021

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