Non basta un SMS

Pubblicato il 12-12-2023

di Fabrizio Floris

A partire dallo scorso luglio, a Mirafiori sono arrivati i primi messaggi dall’INPS per la sospensione del reddito di cittadinanza (RDC): domanda sospesa come previsto dall’articolo 13 del DL 48/2023. Luigi mostra la credenza: «c’è solo minestrina, è quello che mangiamo da tre giorni e iniziamo ad avere mal di pancia». C’è solo lui e l’istituzione che ti parla via SMS.

Uno degli effetti pratici è che nelle famiglie la sospensione del reddito di cittadinanza ha bloccato anche l’assegno unico perché per ragioni di semplificazione erano caricati insieme. Le persone hanno dovuto fare un’altra domanda, ma a oggi c’è chi non ha ancora ricevuto niente. Poi dopo il clamore estivo è calato il silenzio.

Adesso spiega Paolo, un educatore, è partito il Supporto formazione lavoro: se le persone frequentano un corso di formazione possono ricevere 350 euro, ma il problema «è entrare nelle situazioni, vedere le persone, non pochi minuti per compilare un modulo, stare con loro, nei luoghi che frequentano, nelle relazioni e solo con il tempo valutare una proposta». Ad esempio, spiega un altro educatore, la signora Adele vive in una casa popolare nel quartiere di Mirafiori a Torino, ha i capelli color rame e lo sguardo assente: «un’assenza forzata dai farmaci senza i quali non riesce più a stare in piedi. È invalida al 60%, ha trascorso un decennio in galera per vari furti e reati: faceva la testa di legno per brutta gente in cambio di qualche soldo. Ancora oggi risulta proprietaria di un appartamento in cui non ha mai messo piede, ma questo le impedisce di accedere ai sussidi pubblici. Vive con Luigi che ha iniziato a vivere in strada a 16 anni, scappava dalle botte del padre. È entrato nell’eroina, ma dopo 30 anni ha smesso. Adesso calma l’ansia con l’alcool: dai 3 ai 10 litri al giorno. Passa le giornate al giardino e va a casa solo per preparare i pasti per Adele e per dormire (quando riesce). Anche lui è invalido al 60%. Entrambi secondo l’algoritmo possono lavorare».

E forse è così, anzi sarebbe bello che qualcuno si occupasse quotidianamente di loro e li accompagnasse verso un’occupazione. Ma, conclude Paolo, «uno dei principali problemi è che molti beneficiari sono soggetti non occupabili per formazione, limiti oggettivi, stile di vita, disabilità non certificate, limitazioni cognitive». Ogni misura ha un’adattabilità, si conforma e si deforma con la vita delle persone. Per questo prima di attivare azioni a livello nazionale andrebbero fatte delle sperimentazioni locali, valutati gli esiti, i limiti, i possibili correttivi. Prima che arrivi l’SMS.


Fabrizio Floris
NP novembre 2023

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