Perché sono felice

Pubblicato il 25-03-2023

di Pierluigi Conzo

Comparando diverse nazioni nello stesso anno, sembrerebbe che il PIL, la fiducia interpersonale e la qualità dell’aria siano tra i fattori maggiormente correlati con il livello di felicità dichiarato delle persone. In altre parole, in paesi dove c’è più fiducia, minor inquinamento e più valore economico i cittadini tendono anche ad essere più soddisfatti, in generale, della propria vita. Che succede, invece, se adottiamo una prospettiva dinamica, e andiamo a guardare i cambiamenti nella felicità nel tempo? Un recente articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista PNAS da parte di uno dei padri dell’economia della felicità, Richard Easterlin, prova a dare una risposta a questa domanda.

Cosa determina principalmente i cambiamenti di lungo periodo nel benessere di un Paese? La letteratura, storicamente, ha identificato i seguenti fattori. Secondo gli economisti, la risposta è la crescita economica (PIL). Secondo alcuni sociologi, tra cui Robert Putnam, è il capitale sociale. Un terzo fattore, favorito dai politologi, è costituito dalle politiche di welfare. Più recentemente, gli ecologisti hanno proposto la qualità dell'ambiente come fattore importante per il benessere di un paese.

Finora, questi fattori sono stati valutati in un’ottica cross-section, cioè comparando diversi Paesi in uno stesso arco temporale. L’articolo, invece, esamina come la variazione nel tempo dei suddetti fattori sia in grado di spiegare la variazione nel tempo del benessere dei Paesi. A tal scopo, gli autori utilizzano serie storiche che partono dal 1981–1982 fino al 2017–2018, per 10 principali Paesi dell'Europa settentrionale, occidentale e meridionale.

Vediamo ora come sono stati misurati questi fattori. Il benessere è misurato dalle risposte alla domanda: "Tutto sommato, quanto sei soddisfatto della tua vita nel suo complesso in questi giorni?", con opzioni di risposta intera da 1 (insoddisfatto) a 10 (soddisfatto). La prima indagine è stata nel 1981-1982 e la più recente nel 2017-2018, offrendo quindi un arco temporale di 36-37 anni per studiare il cambiamento di lungo periodo nel benessere di un paese (per semplicità, gli autori utilizzano il termine “felicità”).

Quanto alle quattro possibili determinanti della felicità, gli autori considerano: 1. le condizioni economiche, catturate dal prodotto interno lordo pro capite e dal tasso di disoccupazione; 2. il capitale sociale, comunemente misurato dalle risposte a una domanda sulla "fiducia negli altri"; 3. le politiche di welfare, catturate dalla generosità dei programmi di welfare sociale e dalla spesa pubblica per tali programmi; e, infine, 4. la qualità dell'ambiente, che si riflette nell'esposizione al particolato fine (PM 2,5, che rappresenta il maggior rischio per la salute).
 

Pierluigi Conzo
NP gennaio 2023

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