Madre di Dio della tenerezza

Pubblicato il 29-07-2023

di Chiara Dal Corso

Un'altra icona proveniente da Novgorod (riconoscibile dallo sfondo rosso e dai tratti stilizzati), di una bellezza particolare, raffigura la Madre di Dio della tenerezza, è del XV secolo, ed è custodita a Vicenza, nelle gallerie di Palazzo Leoni Montanari.

Forse il tema più diffuso nelle icone, chiave per la nostra fede: il rapporto tra Gesù e la Madre.
Raffigurati nel classico abbigliamento: lei avvolta nel maphorion color porpora, e i capelli raccolti nella mitella, come imperatrice, e Lui vestito di tunica bianca, il colore che indica la luce increata, la luce della risurrezione e della Vita divina, avvolto di una veste arancio e lumeggiata di oro (come abbiamo visto nell’icona del n. 3 2023 di Nuovo Progetto), colori della regalità divina di Cristo.
Lo sguardo della madre è dolcissimo e assorto, riflesso di un cuore pieno della presenza di Cristo, ma anche consapevole dei dolori che dovrà soffrire.
Il Bimbo si aggrappa a lei con entrambe le mani e avvicina il volto, guancia a guancia, in un atteggiamento tenerissimo, di consolazione ed estrema fiducia.

Le dimensioni dei volti e del corpo del bimbo (che ha le proporzioni di un adulto) possono sembrarci particolari, in realtà sono regolate da proporzioni numeriche, così come tutto l’universo, i movimenti degli astri, la regolarità delle maree, i movimenti della terra intorno al sole e a se stessa, il susseguirsi dei giorni e delle stagioni. Come nella creazione tutto è regolato, armonico e sta in equilibrio, così nell’essere umano che si mette “in ordine” rispetto a Dio – che cioè si affida, si abbandona nelle Sue braccia come un bimbo in braccio a sua madre – tutto diventa armonico, splendore, luce, bellezza.

La prima creatura che ha vissuto in questa pienezza è proprio lei, Maria, talmente pura e completamente affidata, talmente piena di grazia, da aver potuto ricevere la pienezza dello Spirito così da concepire in sé Dio stesso, e generarlo come proprio figlio. Dio si è creato una madre, l’ha scelta e poi le ha chiesto la sua volontà, la sua collaborazione per amore, libera e non forzata. E lei con il suo sì, iniziato certamente già prima dell’annunciazione, ha messo a sua disposizione il suo cuore, il suo corpo, la sua anima, la sua maternità. E lui di tutto questo ha fatto una meraviglia.

E dopo averla amata da figlio, “gustata” come madre amorevole e sempre unita a lui, ce l’ha voluta donare. Madre della tenerezza, madre dell’amore con cui lei ha avvolto Gesù, e con cui Dio ci ama attraverso di lei. Un amore tenero, materno, che accompagna la crescita del figlio, e anche oggi continua il suo compito di madre, facendo crescere Gesù in noi, se glielo permettiamo.
Facendoci crescere nel conoscerlo, nell’amarlo, nel seguirlo, unendo la nostra vita alla sua, fino a che nei nostri passi ci saranno i suoi passi, nelle nostre mani le sue, nei nostri occhi i suoi, nel nostro cuore il suo, nella nostra mente i suoi pensieri.
Ci aiuterà a fare come lei, a compiere la parola di Gesù che dice: «Chi fa la volontà del Padre mio sarà per me fratello, sorella e madre» (Mt 12,50). Allora guardando questa icona, lasciamo che questa immagine ci diventi familiare, entri attraverso gli occhi nel nostro cuore, per diventare desiderio vero, volontà profonda di introdurci in quell’abbraccio, di partecipare di quell’amore, che è l’unico e vero fine per cui noi esistiamo, amare Dio. E, mentre lo amiamo, scopriremo in noi la possibilità di amare il mondo intero, di diventare fratelli, sorelle, madri di tutti i suoi figli.
 

Chiara Dal Corso
NP aprile 2023

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