Luce delle genti

Pubblicato il 30-07-2023

di Cesare Falletti

Nella luce pasquale possiamo aprire quello che è il più importante documento uscito dal Concilio Vaticano II: quello sulla Chiesa. È una costituzione dogmatica che ha rivoluzionato il concetto della Chiesa cattolica di rito latino, ma più ancora ci spinge a cercare di capire cosa il Signore Gesù ha voluto riunendo i suoi apostoli e mandandoli a predicare la buona novella al mondo intero. Non possiamo dire che questo documento straordinario abbia già portato tutto il frutto di cui è carico. Il sentire dei fedeli e ancor più una mentalità troppo radicata nel pensiero dei pastori, rallentano la giusta evoluzione verso una più profonda comprensione della struttura e della missione della Chiesa di Gesù Cristo nel mondo. Ma le grandi rivoluzioni del pensiero hanno bisogno di tempo, di generazioni, prima di portare il loro frutto

Quando si dice “la Chiesa” ancora oggi molti pensano al papa o ai vescovi, o almeno alla gerarchia ecclesiastica, mentre il Concilio ci invita a pensare a tutto un popolo di battezzati che vivono nutriti dalla Parola di Dio, che credono in Dio Padre, Figlio e Spirito santo e vogliono vivere come una famiglia radunata dall’amore di Gesù Cristo. Il passaggio dalla verticalità della gerarchia al cerchio dei credenti uniti da una stessa fede, speranza e carità ha fatto prendere coscienza della grandezza di ciascuno e della necessità e responsabilità nell’impegno per far vivere il Corpo di Cristo Salvatore nel mondo d’oggi.

Naturalmente non si negano le differenti responsabilità di ognuno e i pastori continuano ad avere un loro ruolo specifico e capitale, ma nascono dalla carne viva di un popolo che si riconosce salvato dalla Pasqua del Figlio di Dio, che è venuto uomo come noi, per salvare tutti coloro che chiama fratelli.
Il documento, secondo la tradizione, prende il nome dalle prime parole del testo; durante la preparazione si chia-mava semplicemente “La Chiesa”, ma oggi lo chiamiamo: Lumen gentium che tradotto significa La luce delle genti, che è Cristo. Il Concilio ha voluto subito dire che Gesù, il Verbo Incarnato, il Figlio eterno del Padre eterno, nostro Dio, è la luce che vuole illuminare non solo i cristiani, ma tutte le genti. La Chiesa non è un’associazione chiusa in se stessa, che si occupa del bene dei soli suoi iscritti, ma un Corpo, il Corpo di Cristo che si offre per tutti e chiama tutti alla luce e alla gioia del Regno del Padre. «Illuminare tutti gli uomini con la luce del Cristo che risplende sul volto della Chiesa», questo dice l’inizio della costituzione: qui già vediamo la grande responsabilità di tutti i cristiani. Con la forza dello Spirito santo sono tutti chiamati illuminare con la parola e l’esempio quanti nascono in un mondo che molto spesso non solo non è cristiano, ma si vuole senza Dio. Non vogliono offrire questa luce con la costrizione o la legge, ma con la loro vita. La Chiesa è, dice il Concilio, in qualche modo il sacramento, ossia il segno e lo strumento, che opera efficacemente, anche se non sempre visibilmente, dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano. La luce di Cristo risplende e per questo la Chiesa è mandata, è pace, lievito di pace e di unità e opera la fraternità di tutti gli uomini secondo il volere del Creatore.

Il Concilio dice che questo è un urgente dovere della Chiesa, non qualcosa di semplicemente aleatorio di cui essa si può rallegrare. Essa deve, facendo risplendere la luce di Cristo, operare in modo che le genti comprendano che troveranno la loro vera natura nella fraternità umana. «Affinché tutti gli uomini, oggi più strettamente congiunti dai vari vincoli sociali, tecnici e culturali, possano anche conseguire la piena unità in Cristo».


Cesare Falletti
NP aprile 2023

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