"Lasciate che io vi renda felici" (2/2)
Pubblicato il 10-12-2006
Nella prima parte della riflessione, pubblicata, mons. Pollano si è soffermato su quattro grandi regole di vita da conservare nel cuore. Un cristiano possiede il segreto della propria fede se ricorda sempre: che vive quaggiù, ma che da lassù è venuto Colui che gli dà vita; che è “malato” ma conosce il “medico” della felicità evangelica; che può avere la gioia perché Gesù è in lui per donargliela; che la gioia è il frutto del sentirsi amati ed amare. In questa seconda parte, incontriamo più da vicino il bambinello del presepio, la Parola che sostiene il mondo e che vuole incontrarci. È passato un anno dall’ultimo avvento. È l’occasione per scoprire che sono più vicino a Gesù dell’anno scorso, che ho dato più pace agli altri. Che Gesù mi sta rendendo felice.
GESÙ, ME NE IMPORTA DI TE Anche in questo Natale sommerso dalle apparenze la nostra fede penetrante va oltre. Signore, tu vieni, mi arricchisci giorno per giorno e io sento di essere più vivo, sempre più vivo. Guardo il mondo e lo amo, ma è lontano, Tu invece sei vicino. Questo è il sentimento dell’avvento che tutti possiamo avere. Se c’è una cosa che Gesù teme nell’avvento e nel Natale sono proprio i presepi di cartapesta, fossero anche dei capolavori: la gente guarda e dice “Che bello”, e poi va a casa. Guardando i presepi, che sono belli e aiutano a contemplare, non guardiamo solo un passato, guardiamo il presente di un Uomo vivo e risorto che ci viene incontro, il nostro amico di tutti i giorni. |
Conoscere e accogliere l’evento prodigioso di Dio che si fa uomo cambia la vita: avviene una trasfusione di umanità da Gesù, l’uomo perfetto, a noi: egli ci prende in sé e nel suo Spirito (Gv 3,5) ci dà il suo pensiero (1 Cor 2,16), i suoi sentimenti (Fil 2,5), la sua stessa vita (Gv 6,57) e oltre il male e la morte ci salva trascinandoci nel suo destino di felicità e gloria: il Regno. In questo noi siamo cristiani. |
RITORNARE A GESÙ È passato un anno, Gesù, ed io, prete, mi domando se sono più vicino a Te dell’anno scorso. Ci siamo incontrati di più? È una domanda che devo farmi. Ho avuto delle preoccupazioni? Ne avrò avute, certo. Ho avuto delle attrattive? Può darsi. Ma tutto questo non mi ha estraniato per niente da Te, Signore, siamo più amici dell’anno scorso. Che bello poter dire così! Anche se sono fragile, peccatore - mi sono confessato non so quante volte per i miei peccati - non mi sono dimenticato di Te, ho adoperato bene questo anno di tempo, sono diventato più tuo. Voglio calibrare meglio la mia vita sulla tua, con gli altri, con il povero, con il misero, con il Padre celeste che prego, con me stesso. Insomma, Ti guardo e Tu sei Tu, e io sono io, non metto in evidenza la differenza, perché Tu sei già in me, non scelgo criteri negativi e scoraggianti, no, Tu mi ami. Però posso essere certamente più simile a Te e mi misuro per sapere quanto di verità, di pace, di gioia sono anche capace a portare agli altri. Credetelo cari amici, la misura giusta è questa: se tu sai dare pace agli altri stai sicuro che sei cresciuto in Gesù, perché Gesù non si chiude in te, da te va fuori, trabocca, va agli altri. Si può dire che il tuo essere per gli altri, la bontà, il perdono, la pazienta, sono cresciuti, si può dire che il vivere per gli altri è più tuo. Allora quel “Pace a voi!” (Gv 20,21), che disse Gesù risorto ai suoi amici, anche noi possiamo dirlo agli altri e volere la pace dagli altri.
Allora di nuovo Gesù ci ripete: ecco, io vengo davvero. E tu? Si aspetta che ciascuno di noi si faccia coinvolgere da questa appassionata domanda e muova anche lui incontro al Signore. È molto bello vedere persone anziane che lo hanno capito e ci credono. Sono capaci di pochissimo oramai, sono in un letto, in una carrozzella, sembra non facciano niente, la gente li guarda e dice: “Poveretto, aspetta di morire”. Invece, non aspetta di morire, sta preparando meravigliosamente il suo incontro nel silenzio, nella pazienza, nella fede profonda, nell’abbandono totale, nell’accettare questa maniera di spegnersi che è crocifiggente. Questa è una magnifica conclusione della vita, stupenda. L’Incontro con Lui deve darci sempre di più, in modo definitivo, senso e impegno. |
Incontro del 26 novembre 2006 - Arsenale della Pace
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