La vittoria della vita

Pubblicato il 30-10-2023

di Anna Maria Del Prete

Marta e Maria (Gv 11,1-44)

Siamo al nostro secondo incontro con Marta e Maria. Il mese scorso l’evangelista Luca ci ha accompagnato nella loro casa in cui abbiamo incontrato il fratello Lazzaro, insegnandoci i due modi di relazionarci con Gesù. Oggi, invece, l’evangelista Giovanni ci proietta difronte al trionfo della vita sulla morte.

“Colui che tu ami è malato”: un messaggio preoccupato che le sorelle inviano a Gesù per invitarlo in soccorso dell’amico gravemente am-malato. La risposta di Gesù è strana, non appare per nulla pressato e rimase ancora due giorni là dove si trovava, limitandosi ad affermare: “Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio af-finché per mezzo di essa il Figlio di Dio sia glorificato”. L’unica preoc-cupazione di Gesù sembra essere quella di attirare a sé il più grande numero possibile di discepoli per rendere gloria al Padre, in realtà Egli vuole guidare alla fede vera, come spiega poi a Marta quando lo incontra e lo rimprovera “se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto. Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio Egli te la darà”; un rimprovero accompagnato da una fede profonda che Gesù vuol rendere ancor più pura. Gesù la rassicura: “Tuo fratello risorgerà”. E Marta professa la sua fede nella resurrezione “dell’ultimo giorno”. A questo punto Gesù proclama la sua verità per condurre l’amica alla fede più profonda, più esistenziale: “Io sono la Resurre-zione e la Vita, chi crede in me anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno“. E conclude con l’interrogativo cari-co d’amore che sollecita l’amica alla verità più profonda: “Credi questo?”. Marta risponde con tutta fermezza e gioia: “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, Colui che viene nel mondo”.

Dopo aver compiuto il suo compito di dare alla morte il vero significato di passaggio alla vita eterna, Gesù lascia spazio ai sentimenti umani e chiede di essere condotto alla tomba: una grotta sigillata da una pietra. “Scoppiò a piangere… commosso profondamente” e chiede di aprire il sepolcro, incurante del cattivo odore del cadavere ormai di “quattro giorni”, come gli dice Marta che Gesù richiama alla necessità di credere: “Non ti ho detto che se credi, vedrai la gloria di Dio?” e, alzati gli occhi al cielo, “Padre ti ringrazio di avermi ascoltato. Sapevo bene che tu mi ascolti sempre, ma l’ho detto per la gente che sta attorno affinché credano che tu mi hai mandato”. Ciò detto, a gran voce ordinò a Lazzaro di venire fuori ed egli usci, ancora avvolto nelle bende. Lo affida ai presenti perché lo liberino e lo lascino andare.  

La sua unione con il Padre è tale che la sua Parola viene esaudita prima di averla pronunciata; ha comandato alla morte, schierandosi contro colui che tenta di dominarla. Con la sua preghiera Gesù ha voluto manifestare a tutti i presenti la sua profonda unione con il Padre, per aprire alla fede i presenti e condurre noi ad un esame della nostra fede, rafforzandola.

 

“Io sono la Resurrezione e la Vita, chi crede in me anche se muore, vivrà…“.

“Credi questo?”. Marta risponde con tutta fermezza e gioia: “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, Colui che viene nel mondo”

 

Anna Maria Del Prete

NP Agosto-Settembre 2023

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