Due modi per amare

Pubblicato il 30-09-2023

di Anna Maria Del Prete

Marta e Maria, due sorelle che vivevano a Betania insieme al fratello Lazzaro, molto amico di Gesù. Le due sorelle sono presentate da due evangelisti: Luca e Giovanni che ne colgono due momenti del loro rapporto con Gesù. Noi ci soffermeremo sui due racconti che trasmettono un insegnamento diverso, ancora molto valido ai nostri giorni.

In questo articolo racconteremo una visita di Gesù in casa del fratello, ove è accolto dalle due sorelle che, pur se ugualmente felici per questa visita, la vivono in maniera differente: Marta si impegna nella preparazione di tante piccole cose che renderanno l’accoglienza più piacevole a Gesù (certo la cura particolare che vi dedica le dona grande soddisfazione, anche se originata da grande affetto). Sua sorella, invece di aiutarla si siede ai piedi del Maestro, incantata dalle sue parole, assumendo l’atteggiamento proprio di ogni discepolo che è quello di porsi all’ascolto del Maestro. Infastidita da questa situazione, Marta protesta e chiede a Gesù di intervenire per convincere la sorella a collaborare.
Ma Gesù le rivolge quello che può sembrare un rimprovero, seppure affettuoso, orientandola verso la verità: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta». Che cosa vuol dire Gesù?
Cedo la risposta a papa Francesco che si domandava quale fosse la cosa di cui anche noi abbiamo bisogno. «Anzitutto – egli afferma – è importante capire che non si tratta della contrapposizione tra i due atteggiamenti: l’ascolto della Parola del Signore, la contemplazione e il servizio concreto al prossimo. Non sono due atteggiamenti contrapposti, ma, al contrario sono due atteggiamenti essenziali per la nostra vita cristiana, che non vanno mai separati, ma vissuti insieme in profondità e armonia.

Ma allora perché Marta riceve il rimprovero, anche se fatto con dolcezza? Perché ha ritenuto essenziale solo quello che stava facendo, era cioè troppo assorbita e preoccupata dalle cose “da fare”.
In un cristiano le opere di servizio e di carità non sono mai staccate dalla fonte principale di ogni nostra azione, cioè l’ascolto della Parola del Signore, lo stare – come Maria – ai piedi di Gesù, nell’atteggiamento del discepolo. E per questo, Marta viene rimproverata» (Angelus, 21 luglio 2013). È chiaro l’invito a noi, oggi, del Papa a non lasciarci prendere dall’efficientismo che insidia la nostra vita quotidiana, come accadde a Marta. Il cristianesimo non è una morale, né una dottrina, ma l’adesione a una Persona che muore e risorge, muore al vecchio, all’egoismo, per rinascere alla vita e all’amore.
Questo vuol dire Gesù che non rimprovera Marta, ma indica a lei e a noi che la parte migliore significa farsi discepoli: porsi in ascolto della parola, custodire nel cuore il tesoro della nuova legge che lo trasforma, liberandolo dall’egoismo di un rapporto individuale con il Maestro per condividerlo con il prossimo e guidarlo alla gioia dell’incontro con Cristo Via, Verità e Vita.
 

Anna Maria Del Prete
NP giugno / luglio 2023

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