La bocca della verità
Pubblicato il 02-07-2023
Nei siti archeologici gli scheletri femminili di una determinata epoca manifestano peggiori condizioni di salute e di vita e maggiore stress rispetto agli scheletri maschili della medesima età di riferimento.
Fammi vedere i denti e ti dirò chi sei, anzi che stereotipi hai. Tra questi, forse quello più persistente nel tempo è proprio lo stereotipo, e il comportamento discriminatorio, legato alla dimensione del genere. Quanto è radicato, storicamente, il pregiudizio di genere che si manifesta nelle più svantaggiate condizioni sociali ed economiche in cui, in media, versa la donna rispetto all’uomo?
E soprattutto, cosa c’entrano i denti in tutto questo?
È appena uscito uno studio scientifico sulla prestigiosa rivista PNAS che dimostra come gli attuali pregiudizi legati al genere sono correlati con la disparità di trattamento della donna rispetto all’uomo risalente a più di mille anni fa, suggerendo la presenza di un meccanismo di trasmissione di stereotipi di genere attraverso diverse generazioni.
Avere dati georeferenziati e attendibili riguardo la condizione della donna in epoche storiche lontane è molto difficile. Qui entra in gioco il ruolo dei denti… e della bioarcheologia! Gli autori utilizzano un database contenente circa 10.000 osservazioni relative alla condizione dei denti femminili e maschili, appartenuti a scheletri ritrovati in 139 siti archeologici in Europa. In termini di copertura geografica, il database copre oltre 25 Paesi europei di oggi, con una media di oltre 5 siti archeologici e 370 osservazioni di denti per Paese. La grande maggioranza dei siti è anche precedente all'inizio delle moderne pratiche agricole e alla peste nera (dal 1347 al 1351), con la data media di un sito archeologico intorno al 1200 d.C.
La misura del pregiudizio di genere storico usata nell’articolo deriva dalla scoperta che la presenza (o l'assenza) di un marcatore biologico trovato nei denti – ipoplasia lineare dello smalto – descrive in modo affidabile lo stato di salute di una persona. Si tratta di lesioni permanenti sui denti causate da traumi, malnutrizione o malattie durante la vita di una persona. Non sono fenotipi né ereditari né genetici, ma si formano esclusivamente in caso di stress corporeo prolungato, fornendo pertanto un indicatore generale di stress che può derivare da una varietà di problemi di salute. Nei siti archeologici in cui gli scheletri femminili hanno maggiore ipoplasia dello smalto degli scheletri maschili abbiamo quindi peggiori condizioni di salute e di vita e maggiore stress per il genere femminile rispetto al genere maschile, nell’epoca passata di riferimento.
Questi dati bioarcheologici sono stati aggregati a livello regionale per l’Europa e uniti ad altri dati, aggregati sempre a livello regionale, che colgono gli orientamenti odierni delle persone sulle questioni di genere. Con questo unico database, gli autori hanno testato se c’è correlazione tra il differente trattamento della donna in passato e gli stereotipi di genere di oggi. La risposta è positiva: in generale, i risultati dimostrano che esiste un notevole livello di persistenza nel tempo del pregiudizio di genere. Gli intervistati che risiedono in luoghi dove in passato il trattamento della donna era meno favorevole a quello dell’uomo, che molto probabilmente cattura il trattamento preferenziale degli uomini, tendono a mostrare atteggiamenti meno “profemminili” oggi.
Il meccanismo principale di questa persistenza storica negli stereotipi di genere risiede nel meccanismo di trasmissione intergenerazionale di norme e valori. Per dimostrarlo gli autori fanno vedere come questa persistenza storica si interrompe in presenza di eventi che comportano un rinnovamento della popolazione, a seguito, ad esempio, di carestie e pandemie come la peste nera oppure di flussi migratori. Gli autori dimostrano, infatti, che la misura del pregiudizio di genere storico non è correlata con gli atteggiamenti di genere contemporanei per la popolazione immigrata, ma lo è con gli atteggiamenti della popolazione non immigrata. Inoltre, l'effetto del pregiudizio di genere del passato sugli atteggiamenti di genere contemporanei a livelli molto alti di esposizione alla peste nera. Entrambi questi risultati sembrano quindi confermare l'argomento della persistenza dei pregiudizi di genere attraverso il processo di trasmissione intergenerazionale delle norme e dei valori.
Perluigi Conzo
NP aprile 2023