L'energia dà lavoro

Pubblicato il 17-05-2021

di Sandro Calvani

 

 

L'innovazione crea nuove opportunità.

Trovare combustibi­le per cuocere i cibi e ottenere energia per la casa e per i trasporti sono le principali pre­occupazioni delle fa­miglie nei Paesi poveri, in gran parte affidate alle donne. Ad esse si aggiun­ge la richiesta costante di energia per la produzione, per le scuole e per gli ospedali che troppo spesso i governi non riescono a mettere a disposizione nei villaggi periferici e a volte nemme­no nelle città, dove i blackout frequenti scoraggiano nuovi investimenti indu­striali. Molti degli sforzi di sviluppo sostenibile sono condizionati dalle fonti di energia e dal loro costo. Infi­ne la mitigazione del cambio climati­co impone di ridurre o eliminare l'uso di energia fossile, come gas, carbone e petrolio.

Per queste ragioni, molte delle speranze di sviluppo dipendono dalla produzione di energie rinnovabi­li a bassa o nulla emissione di gas tos­sici. La formula più efficace è un mix di energia solare, idroelettrica e altre fonti rinnovabili come le pale a vento. Una trasformazione così profonda del settore energetico con pannelli solari, turbine eoliche e idroelettriche offre anche grandi opportunità di occupa­zione decentrata, al contrario delle vecchie centrali termoelettriche in­quinanti, che concentravano i posti di lavoro in poche località. Inoltre queste nuove energie verdi sono a basso costo e liberano le donne dalle loro preoccu­pazioni di ricerca di combustibile.

Secondo il rapporto 2020 dell'Agen­zia Internazionale delle Energie Rin­novabili (IRENA), l'Asia ha preso il sopravvento in questo cambiamento profondo dei programmi energetici governativi e delle abitudini della gen­te. La capacità di energia rinnovabile installata in Asia è quasi triplicata tra il 2009 e il 2018, passando da 349,1 Gi­gaWatt (GW) a 1.023,5 GW. La cresci­ta è guidata dalla Cina, che rappresen­ta circa il 68% della capacità installata totale della regione. Con la sua produ­zione di 695,8 GW all'anno, la Cina è il più grande produttore di energia rin­novabile, non solo in Asia ma anche nel mondo, con una capacità doppia rispetto a quella degli Stati Uniti, che sono al secondo posto. Inoltre la Cina genera quasi la metà della sua energia rinnovabile da centrali idroelettriche.

L'eolico (26,4%) e il solare (25,1%) sono le altre fonti principali di energia rinnovabile in Cina. Il parco eolico di Gansu con una capacità prevista di 20 GW è destinato a diventare il più gran­de progetto eolico del Paese. L'India è il secondo più grande produttore di energia rinnovabile in Asia (117 GW) e tra i primi dieci al mondo. Il Vietnam produce 2,4 GW nella centrale idroe­lettrica Sơn La Dam, la più grande del sud-est asiatico. Il governo prevede di aumentare la produzione di energia idroelettrica a 27,8 GW entro il 2030. Il Pakistan genera oltre il 76% della sua energia rinnovabile da impianti idro­elettrici. Nel 2018, la capacità eolica e solare del Paese era rispettivamente di 1,1 GW e 1,5 GW. Il piano è di rag­giungere un tasso di energia rinnova­bile al 30% entro il 2030.

I posti di lavoro nell'energia rinnova­bile in tutto il mondo sono stimati a 11,5 milioni nel 2019, il 32% di loro sono donne. A livello globale l'Asia rappresenta il 63% dei posti di lavoro nelle energie rinnovabili.

NP Febbraio 2021

Sandro Calvani

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