L'amore obbediente

Pubblicato il 25-05-2023

di Cesare Falletti

Il Concilio Vaticano II è di una ricchezza capitale per poter vivere da cristiani adulti la nostra fede. Ha aperto tante porte che danno accesso a un tesoro a cui possiamo attingere a piene mani e con grandissimo vantaggio. Oggi voglio dare uno sguardo alla Costituzione dogmatica sulla divina rivelazione, detta dalle sue prime parole latine (lingua in cui sono stati scritti i documenti conciliari) la Dei Verbum, la Parola di Dio. Non bisogna confondere questo documento, ritenuto uno dei più importanti del Concilio, se non il più importante, con un commento alla Sacra Scrittura o una introduzione a essa. Questo documento, che ha rivoluzionato la vita dei cristiani toccando la liturgia, la preghiera personale, la teologia e quindi il modo di credere, la conoscenza di Dio e dunque la predicazione, e anche la vita cristiana di tutti i giorni, non è molto lungo, ma è molto denso.

La lettera agli Ebrei inizia con queste parole: «Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio» (Eb 1,1); questo ci spinge a riflettere e ad accogliere ciò che Dio durante i secoli, quasi un millennio prima di Cristo e cento anni dopo, ha voluto rivelarci di se stesso, per essere conosciuto e stringere con gli uomini un’amicizia che ha sempre voluto vivere fin dalla creazione dell’uomo. La rivelazione, che ci prepara non solo alla conoscenza scolastica di Dio, ma a una amicizia e a un rapporto a tu per tu con colui che ci ha creato e redento e che , col suo Spirito, continua a vivere con noi e a condurci negli intricati cammini della vita, va accolta dalla e nella Chiesa. A essa il Signore l’ha consegnata attraverso il suo Spirito santo, dapprima attraverso i profeti di Israele e i saggi del Popolo di Dio, poi attraverso gli apostoli, gli evangelisti e gli altri autori del Nuovo Testamento. Questa immensa ricchezza che ci permette di accedere con libertà all’intimità divina, con tutti i mezzi umani che possono essere messi al servizio di questo cammino, ci è ormai trasmessa da duemila anni dai Pastori della Chiesa che, ispirati dallo Spirito, hanno riconosciuto come autentica Parola di Dio i testi che chiamiamo oggi come tali, e da quanti con la loro preghiera, la loro scienza e la carità pastorale hanno saputo trasmettere e insegnare al popolo cristiano il contenuto di quella Parola.

I credenti accolgono la Parola rivolta a loro, e, riconoscendo che a loro si rivolge il Dio Creatore e Salvatore, rispondono, attraverso la preghiera liturgica e il canto, la preghiera personale, che spesso prende la forma di una lettura silenziosa con una risposta cordiale, talvolta anche memorizzando la Parola, e infine in una condotta di vita che in tutto cerca di corrispondere all’insegnamento e all’esempio che gli antichi uomini di Dio ci hanno dato.

Il Concilio ha voluto rinverdire questa “obbedienza amorosa” alla Parola mettendola nelle mani dei credenti della Chiesa Latina, che da secoli non avevano più un facile accesso diretto a essa, chiusa in un lingua poco o non più conosciuta.
Questo ha permesso una lettura diretta, illuminata da una liturgia più legata alla Scrittura e una predicazione che ne spiegasse l’insegnamento e facesse gustare la bellezza e la profondità di questo grande dono.

Tornerò su questo documento tanto importante da cui oggi i cristiani cattolici hanno ricevuto un gran rinnovamento nella fede e una luce per l’intelligenza del mistero di amore di Dio. Cose che oggi ci paiono ovvie, 60 anni fa non lo erano, pur essendo già attese con sete e preparate da tanti pastori e teologi, anche a rischio di sanzioni, che hanno sopportato santamente, e in tal modo hanno reso fertile il terreno della Chiesa per una "Nuova Primavera".
 

Cesare Falletti
NP febbraio 2023

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