Il valore del dono
Pubblicato il 23-01-2022
La vita è la ricchezza immensa che ci ha dato Dio con la creazione, prima ancora della coscienza, dell'intelligenza, dell'amore. Il volerla rifiutare, il metterla in pericolo in sé e negli altri può essere il grande peccato; ma può essere la misura di quanto ne abbiamo capito il valore, se ci ricordiamo che non c'è nulla di più grande che il dare la propria vita per l'amico (che è qualunque persona, che è ovviamente anche il nemico).
Solo se c'è la convinzione di questo valore assoluto della vita, ha, infatti, significato di supremo sacrificio il perderla.
Di qui nascono allora i valori da realizzare nella vita: non una vita amorfa, senza scopi, ma la vita per amare, perché si ama la vita stessa e la si dona come sacrificio di amore per gli altri. Ama il tuo prossimo come te stesso, perché misura dell'amore per gli altri è proprio il valore del dono che fai ad essi.
Capaci, perciò, anche di gioire di ciò che di bello si incontra in essa; capaci di dare un senso alla ricerca del vero, al fare, al costruire, al progettare, al vivere ogni giorno in ogni condizione, con ogni tipo di umore, di vincoli, di limitazioni, di potenzialità.
L'impegno sociale non è più un'evasione ma è un ritrovare il valore del dono che offri agli altri; non è stoicismo disumano, ma speranza e certezza più profonda.
Prende significato l'impegno per lo sviluppo che diventa il dono agli altri di ciò che noi abbiamo: la possibilità di vivere, di «essere». Se non vi fosse questa certezza del valore della vita, perché cercare che altri possano vivere? Perché allungare questo tempo se esso viene solo considerato un tempo di prova, di fatica, di dolore? Perché battersi, se l'infelicità fosse la sostanza della vita?
È solo la certezza dell'immensità del valore della vita che giustifica l'impegno per il Terzo Mondo.
Giorgio Ceragioli
da "Progetto" (ora "NP"), 1988, n. 4