Gesù tra i dottori

Pubblicato il 25-06-2023

di Chiara Dal Corso

Nella sua sobria essenzialità, l’icona, che fa parte delle tavolette di santa Sofia di Novgorod (vd NP n. 2, 2023) è estremamente raffinata ed elegante, secondo lo stile caratteristico delle tavolette. Rappresenta l’episodio della vita di Gesù quando, a 12 anni, in occasione della visita annuale a Gerusalemme per la Pasqua, entra nel tempio di Gerusalemme per conversare con i dottori della legge, i “teologi” di allora (Lc 2,41-52). Nel frattempo, Maria e Giuseppe ripartono per tornare a Nazareth, insieme ad altri viaggiatori, senza accorgersi che lui non era insieme a loro. Un episodio particolare, che dev’essere risultato molto doloroso per Maria e Giuseppe. Infatti, non appena si accorgono della sua assenza, angosciati, incominciano a cercarlo e tornano indietro. «Dopo tre giorni, lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte”. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: "Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti ti cercavamo"».

Nell’icona Maria e Giuseppe non sono rappresentati, la parte centrale e dominante è occupata da Gesù adolescente, vestito come quando è bimbo, di arancione illuminato di oro, della luce della grazia, e con il rotolo della Parola in mano, insegna a due gruppetti di dottori, a destra e a sinistra.

I sei maestri che lo stanno ad ascoltare sono visibilmente incuriositi, e si guardano tra loro chiedendosi da dove venga a questo ragazzino tutta la sapienza che dimostra di possedere, e l’intelligenza delle sue riposte. E difatti egli viene raffigurato adolescente, ma in proporzione più grande rispetto altri personaggi, e seduto su un trono arcuato con uno sgabello sotto i piedi, per indicare la qualità di vero (e unico) Maestro; il più grande perché colui che possiede per natura la sapienza divina. Inoltre, alle sue spalle c’è la cupola del tempio, il che indica che ci troviamo all’interno del tempio di Gerusalemme, e che lui stesso è il nuovo tempio.

La chiave di questo passo è nella risposta che Gesù dà a Maria e a Giuseppe: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?» Gesù non si è “perso”, non si è “distratto”, né ignora la preoccupazione della madre e di Giuseppe. Anzi, da questo episodio capiamo che Gesù a 12 anni ha già la sapienza di un grandissimo Maestro, sa bene chi è e chi è suo Padre – non solo – ma conosce e sta già compiendo la sua volontà, si sta già “occupando” di quello che il Padre desidera. Ci dimostra che sarebbe già “pronto” per la missione, ma sceglie di tornare con i genitori e, per obbedienza, di stare loro sottomesso fino all’ora della partenza per la vita pubblica.

E intanto, con questi tre giorni di… smarrimento, (che è smarrimento per Maria e Giuseppe, perché l’angoscia di aver perso allo stesso tempo il proprio figlio e il proprio Dio dev’essere stata fortissima) li avverte, e li prepara, specialmente la mamma, ai dolori della sua missione e della sua passione, sempre in obbedienza alla volontà del Padre, che si ripercuoteranno inevitabilmente nel suo amantissimo cuore.

L’icona viene utilizzata nella liturgia ortodossa, nella festa di “Mezzapentecoste”, generalmente il mercoledì della IV settimana dopo Pasqua, in cui si celebra Gesù Maestro, e richiama volutamente l’icona della Pentecoste in cui gli apostoli, raccolti in preghiera, ricevono lo Spirito Santo.


Chiara Dal Corso
NP marzo 2023

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