Cuore materno

Pubblicato il 06-05-2024

di Chiara Dal Corso

Questa meravigliosa icona greca è una variante del modello della Vergine della Tenerezza, e prende il nome di Vergine dal Cuore Materno. In questa icona il gesto di dolce tenerezza del toccarsi delle guance del figlio e della madre che troviamo nel modello della tenerezza appunto, è amplificato dal movimento del bimbo che allarga le braccia verso la madre in un segno di completo abbandono. Questo gesto è il centro dell’icona. Non è la madre che assume un atteggiamento diverso dal solito, ma è l’atteggiamento del figlio che ci parla dell’amore della madre. Sia perché egli è Dio, e da lui parte l’amore – è sempre Dio infatti che fa il primo passo d’amore verso la sua creatura – sia perché dal trasporto di Gesù verso la madre, dalla sua fiducia incrollabile verso di lei, noi intuiamo la bellezza di lei, la grandezza e la dolcezza del suo cuore, l’infinita dedizione con cui ha amato e si è messa a completa disposizione del suo figlio-Dio. Dal gesto di Gesù verso di lei noi deduciamo la grandezza e la fedeltà nell’amore per lui. E se guardiamo bene questo gesto, c’è di più: insieme alle braccia allargate e alla testa all’indietro, le gambine scoperte e il piedino senza sandalo, ci ricordano immediatamente la posizione di Gesù spogliato sulla croce. In questo gesto Gesù si abbandona completamente nelle braccia della madre come si consegnerà successivamente, con la stessa pienezza di abbandono (ma certamente in modo più doloroso), nelle mani degli uomini, nella sua passione e crocifissione. E Maria comprende tutto, sta già soffrendo nel suo cuore, ma da parte sua l’accoglienza di Gesù è amore, tenerezza, infinito rispetto e reciproca fiducia in Lui.

Quindi, mentre il centro dell’icona è certamente il piccolo e già grande Gesù, tuttavia guardare la madre interroga molto anche noi: Dio in Maria ci mostra il suo amore tenero di madre verso di noi e in Gesù si mette nelle nostre braccia, chiedendoci di corrispondere, chiedendoci di provare ad amarlo, provare ad aprire nuovamente il nostro cuore alla tenerezza, alla compassione, nonostante i dolori e le delusioni che possiamo aver avuto. Egli ci mostra che la salvezza è tutta qui: nell’allargare anche noi le braccia del nostro cuore per accogliere il suo amore che si fa indifeso, che si fa vulnerabile fino a morire pur di poterci ritrovare come figli, di poter tornare a farci da padre e da madre, e tenerci di nuovo fra le sue braccia come i bambini prediletti… E se abbiamo il desiderio, ma non sappiamo da dove incominciare, chiediamo aiuto a questa bellissima creatura dal Cuore Materno, lei che ci è stata donata come madre per tutti dallo stesso Gesù, perché possiamo ritrovare la via della tenerezza. A cominciare dai più piccoli, dai più indifesi e deboli che abbiamo vicino a noi per rimetterli al centro della nostra vita: potremo ritrovare così la nostra umanità, il nostro cuore, e in esso, riscoprire la presenza del nostro Dio.


Chiara Dal Corso
NP marzo 2024

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