Čajkovskij val bene una stirata

Pubblicato il 25-08-2022

di Mauro Tabasso

Quando faccio smart-working, tra una pausa e l’altra smart-lavo, smart-stendo, smart-stiro, smart-cucino, e faccio un sacco di altre cose poco smart (provate a farle a distanza!) e anche meno piacevoli, che però sono riuscito a rendere passabili grazie alla musica.

Quando stiro per esempio mi fanno compagnia i vinili. Ne prendo uno, lo pulisco bene, lo metto sul piatto (un giradischi svizzero del 1967), do gas all’amplificatore e stirare diventa quasi rilassante. Ieri ho messo su la Sinfonia n. 4 in Fa minore di Pëtr Il'ič Čajkovskij (Tchaikovsky) dopodiché ho dato gas anche al ferro a vapore; bel deficiente, visto che stavo stirando una sciarpa di seta. I bachi ringraziano. Sarà perché ho sbagliato musica? In alcuni teatri, perfino in alcune scuole sono stati banditi gli artisti russi. Devo cambiare disco anch’io? Mi adeguo e passo al Clavicembalo ben temperato di Bach. Solo che Bach (come Beethoven, Wagner e molti altri sommi maestri) era tedesco, popolo ricordato anche per fatti non esattamente lodevoli.

Niente Bach, opto per Mozart, che però era austriaco come Hitler, quindi rinuncio ancora; accendo la tv. C'è un documentario su Caravaggio, ma la lista di crimini commessi da questo immenso pittore è più lunga della barba di Matusalemme. Cambio canale e trovo un docufilm su Miles Davis, tossicodipendente incallito.

Torno ai vinili, metto su la Missa Papae Marcelli di Palestrina e mi viene in mente la Santa Inquisizione; cassata anche la musica sacra. Che sia meglio il silenzio? Meglio stirare mogi mogi, o fare una sana riflessione sul boicottaggio della cultura da cui sono partito bruciando la sciarpa, e magari notare quanto questo comportamento sia stupido, meschino, ignorante? Sono convinto di un fatto: alcune opere (d’arte e non) sono superiori all’uomo (o donna) che le ha create, ed elevano l’intera specie come poche altre cose riescono a fare, diventando ispirazione per chi sa fruire della loro bellezza, del messaggio, del contenuto, anche se non c'è sempre coerenza tra il valore delle opere stesse e la vita del loro creatore. Ed è un errore giudicare un artista sulla base della sua appartenenza a un popolo, a un’ideologia, a un’etnia.

Fermiamoci alla sua arte e lasciamo che essa ci parli, ci illumini, ci faccia sognare.

Diego Armando Maradona come uomo non dava certo il buon esempio. Donnaiolo, cocainomane, dipendente dal sesso, dal cibo, ma in campo ha fatto cose con i piedi che nessuno saprebbe fare nemmeno con le mani. Fermiamoci a quelle, senza giudicarlo e capiremo che la sua maestria superava di gran lunga la persona. Immagino che ciò sia valso anche per Mozart, Wagner, Caravaggio, Modigliani, Picasso e per un’infinita schiera di altri personaggi russi, ucraini, tedeschi, italiani o rei, le cui opere fanno grande l’umanità.

Vorrei che fossimo così saggi da ritrovare un po’ di unità almeno nella cultura, o nello sport, attività che da sempre aiutano a dialogare, esprimersi, crescere insieme. E quasi mi sono scordato di stirare. Vieni qui Čajkovskij ché il ferro è caldo, e se incontro qualcuno che ha buttato i libri di Dostoevskij perché era russo, giuro che lo uso per togliergli le pieghe dalle orecchie.

Mauro Tabasso  

NP Aprile 2022

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