Avanzamento progetto di ricostruzione case e vita per le famiglie Dalit
Pubblicato il 31-08-2009
Aggiornamento al 10 agosto 2006 L’attività nei mesi centrali del 2005 è stata incessante, per sviluppare in ogni suo aspetto questo impegnativo progetto, sia per la complessità tecnica che per il contesto in cui intende calarsi come elemento nuovo e che segna un importante modello nel lavoro a favore dei Dalits, e nell’impegno stesso dei Dalits per la loro autopromozione.
Un grande sforzo è stato dedicato a svolgere una dettagliata revisione tecnica del progetto in ogni suo aspetto. Col fine di migliorare ancora tutto quanto originariamente individuato in un primo schema, sulla base di altre esperienze di ricostruzione nel frattempo avviate su iniziativa dei Gesuiti (materiali, tecniche, etc.), di ulteriori analisi sull’area interessata, e del lavoro svolto con la gente. |
Con la gente di Rajanagar si sono svolti molti incontri; per comprendere, condividere e assieme valutare il lavoro del progetto, e, allo stesso tempo, offrire formazione e motivazione. La realizzazione del progetto è percepita come un momento importante di auto-promozione dei Dalits. Per cercare prospettive nuove in un ambiente che resta molto problematico per loro, attraverso una iniziativa nuova e autopropulsiva della comunità e delle persone che ne fanno parte. E’ ampliare l’idea stessa di “possibile”, prenderne consapevolezza e coraggio. |
Circa la realizzazione, si sono definite in quel periodo alcune situazioni ancora aperte, dirimenti per l’avvio dei lavori. La più importante è quella della sufficiente disponibilità di acqua per il consumo umano, nella area dove avverrà la rilocalizzazione delle famiglie. Il sito della ricostruzione si trova ancora nel territorio della amministrazione municipale da cui dipendeva il sito originario; questa ha alfine convenuto di poter realizzare, con una diramazione dalla conduttura che alimenta il villaggio principale, una distribuzione per il nuovo sito, dove sarà resa disponibile con fontane. A ciò si integrerà, per altri usi, la disponibilità di acqua di falda dai pozzi che verranno scavati. |
Sono iniziate quindi le pratiche per l’acquisto degli appezzamenti di terreno, e anche dei primi materiali necessari al lavoro. Importante questo, per proteggersi, per quanto possibile, dalle speculazioni che le iniziative nell’area hanno stimolato tra coloro che sono in condizione di trarne profitto. Nell’ambito del progetto è stato acquistato un veicolo fuoristrada di cui dotare il DHRC, indispensabile per il suo servizio sul territorio, e anche per il progetto stesso, in sostituzione dell’attuale ormai logoro e fuori uso. |
INONDAZIONI E SOCCORSI
Nella maggior parte dei distretti i soccorsi offerti alla gente sono stati scarsi e inadeguati. E nuove vittime si sono aggiunte nel tentativo di ottenere i minimi soccorsi alimentari.
Buona parte delle famiglie più colpite sono ‘dalits’ (intoccabili, senza casta), che vivono in capanne, e che sovente si trovano nei terreni più bassi, i meno pregiati, a distanza dal nucleo principale dei villaggi. L’impatto del riscaldamento globale della Terra sulla ciclicità monsonica non è tuttora interamente noto. Ma è un fatto che ormai da tempo si manifestano fenomeni sempre più irregolari ed estremi. Il cui impatto distrugge il fragile equilibrio cui la vita di moltitudini di miseri è legata. |
ACQUISTATA LA TERRA SI APRE IL CANTIERE E’ stato formato a Rajanagar un Comitato di Villaggio, affinché la gente possa cooperare più stabilmente e in maniera organizzata alla realizzazione del progetto. Il Comitato si riunisce con periodicità stabilita, e discute coi rappresentanti del DHRC avanzamenti e programmi di lavoro. Il contenuto delle riunioni si è poi calato negli aspetti tecnici della preparazione del cantiere e costruzione delle case, approfondendoli con l’ingegnere incaricato e lo staff dei supervisori. |
Si è completato, dopo molte difficoltà, il lungo processo di acquisto del terreno su cui rilocalizzare il villaggio.
Peraltro occorre dire che è stata la sola terra effettivamente disponibile per l’insediamento di queste famiglie, e vi sono già state molte difficoltà nel venire a disporre di quanto ora acquistato. L’acquisto ha riguardato varie parcelle di terreno attualmente agricolo da vari piccoli proprietari, con ciascuno dei quali è stato necessario negoziare. I proprietari sono indù appartenenti a caste e il fatto di venderla per una iniziativa a favore di famiglie Dalit non ha mancato di creare difficoltà. La popolazione stessa è intervenuta per aiutare a sbloccare di volta in volta le situazioni.
Il progetto originario prevedeva la disponibilità di 10,5 acri di terreno (circa 4,25 ettari); ne è stato possibile acquistare 9 (circa 3,6 ettari). |
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Si è proceduto quindi a opere di livellamento, necessario a evitare dilavamenti nella stagione delle forti precipitazioni, e a definire gli spazi di vie, case, strutture del villaggio. Erogati finora: Euro 300.000 |