Più di una volta

Pubblicato il 13-09-2022

di Chiara Genisio

Diminuiscono i reati, ma aumenta il tasso di recidiva. Il XVIII rapporto sulle carceri realizzato dall’Associazione Antigone non lascia dubbi. Chi sconta una pena nelle prigioni italiane, prima o poi ci ritorna. Ad uscirne sconfitto è il principio costituzionale che indica il carcere come un luogo che deve tendere alla rieducazione del condannato.

I numeri presentati dal dossier testimoniano che pur in presenza di un calo dei reati (-12,6%) rispetto al 2019, è cresciuto il tasso di recidiva. In media 2,37 reati per detenuto, di cui i più comuni sono quelli contro il patrimonio (31mila), contro la persona (23mila) e le violazioni della normativa sulla droga (19mila). Seguono a una distanza significativa le violazioni della normativa sulle armi (9.249), reati contro la pubblica amministrazione (8.685), di stampo mafioso ex 416bis (7.274) e contro l’amministrazione della giustizia (6.471). Solo il 38% dei detenuti è alla sua prima carcerazione. Il restante 62% in carcere c’era già stato almeno un’altra volta. Il 18% è già passato per la prigione in precedenza almeno 5 volte o più volte.

La percentuale di chi ci è stato più volte cala per gli stranieri, ma sale per gli italiani, per i quali si immaginerebbe invece che i percorsi di reinserimento sociale siano più facili. In media diminuiscono gli omicidi, ma le donne continuano ad essere almeno la metà delle vittime di delitti che si consumo per la quasi totalità nell’ambito famigliare.

Ancora troppe affollate le carceri italiane, durante il periodo del Covid il numero dei detenuti era drasticamente sceso, nell’ultimo anno è tornato a crescere, con un tasso di sovraffollamento del 107,04, un dato sottostimato perché non tiene conto della realtà di molti istituti che, per piccoli o grandi lavori di manutenzione, hanno una capienza reale che è spesso inferiore a quella ufficiale. Cresce l’età media dei detenuti, quasi il 10% è over 60. Coloro che stanno scontando una pena con meno di 40 anni di età, che sono stati a lungo maggioranza tra la popolazione detenuta, dal 2015 sono minoranza. La loro percentuale al 31 dicembre 2021 si fermava al 45%. Gli over 40 erano dunque il 55%, gli over 60 il 9,5% (mentre 10 anni prima non arrivavano nemmeno al 5%).

Una piccola curiosità che fornisce l’indice della mancanza di dignità in tanti luoghi di detenzione: solo nel 58,3% degli istituti c’è un bidet per le donne. Dei 24 istituti con donne detenute visitati da Antigone nel 2021 il 62,5% disponeva di un servizio di ginecologia e il 21,7% di un servizio di ostetricia. Solo nel 58,3% degli istituti visitati le celle erano dotate di bidet, come richiesto dal regolamento di esecuzione da più di vent’anni.


Chiara Genisio
NP maggio 2022

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