Prigioniere

Pubblicato il 10-10-2023

di Chiara Genisio

Il carcere è un mondo declinato al maschile. Più alto il numero dei detenuti uomini, con alle spalle crimini efferati, sono maggiori gli organici degli agenti penitenziari, strutture pensate a dimensione uomo. Non è un caso se l’infrazione disciplinare più contestata alle donne è la negligenza nella pulizia della camera. Dalle detenute sembra siano attesi comportamenti «tipici femminili di cura della casa». Da una panoramica sul rapporto donne e carcere in Italia realizzata da Antigone risulta che erano 2.392 le donne presenti negli istituti penitenziari italiani al 31 gennaio 2023, di cui 15 madri con 17 figli al seguito.

La criminalità al femminile è circa il 18%, ma le detenute scendono al 4,2%. Il 20,2% delle denunce totali per furto riguardano donne, il 23,2% delle truffe o frodi informatiche, il 7,5% delle rapine, l’1,9% del totale delle violenze sessuali. Il 15,9% di denunce per stalking coinvolgono le donne e il 25,8% di sfruttamento o favoreggiamento della prostituzione, il 7,7% delle violazioni della legge sulle droghe, il 6,1% degli omicidi e il 16,8% delle denunce di associazione a delinquere di stampo mafioso.

In Italia ci sono 8 donne detenute ogni 100mila abitanti donne. Vi sono invece 182 uomini detenuti ogni 100mila abitanti uomini. Sono 17 le donne transgender detenute ogni 100mila abitanti transgender.
Negli ultimi quindici anni si è quasi dimezzato il numero degli ingressi annuali delle donne. Il 12,4% delle donne ha diagnosi psichiatriche gravi, il 63,8% fa uso di psicofarmaci. Un dato che fotografa un grande disagio. Il 7,1% delle detenute è analfabeta, mentre 59 sono le laureate. Le straniere sono il 30,5%, in netto calo rispetto al 2013, quando erano il 40,05%.
Le nazioni più presenti, oltre all’Italia, sono la Romania, seguita da Nigeria e Bulgaria. L’età media è piuttosto eterogenea, ma nel corso degli anni si registra un generale invecchiamento.

È romano il più grande carcere femminile d’Europa: Rebibbia rinchiude 334 detenute (118 straniere) contro una capienza regolamentare di 275 persone.
«Nonostante la riforma dell’ordinamento penitenziario entrata in vigore nell’ottobre 2018 – sottolinea il garante regionale piemontese per le persone private della libertà, Bruno Mellano – abbia introdotto all’art. 14 l’esplicita specificazione che le donne ospitate in apposite sezioni devono essere “in numero tale da non compromettere le attività trattamentali”, i numeri restano alti. Le donne, con il piccolo peso numerico che arrecano al sistema penitenziario, non sono responsabili del sovraffollamento carcerario ma lo subiscono più degli uomini».


Chiara Genisio
NP agosto / settembre 2023

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