Per i sogni non paghi un soldo
Pubblicato il 16-11-2020
Lui era nato nel quartiere popolare di Mirafiori, non conosceva la Fabbrica, si ricordava solo dei posti di blocco che impedivano alla sua mamma di portarlo a scuola. Mirafiori ai suoi occhi non era periferia, ma comunità in cui si sentiva protetto.
Eppure aveva smesso di sorridere quando da bambino aveva scoperto di avere i denti storti. Così li copriva con labbra sempre più fitte, ma quel fatto “fisico”, con gli anni, si era fatto interiore: l’esteriorità era diventata interiorità. Conosceva tutti i mali del mondo, studiava tutte le statistiche sulla povertà, annotava tutti i morti di guerra e di mare, tutti i disastri ambientali e i cambiamenti climatici, ma più sapeva, più soffriva. Che c’era da ridere? Era come un ciclope: vedeva con un occhio solo. Possedeva la scienza senza la sapienza, il realismo senza la speranza, la rassegnazione senza la lotta. Come un pugile a braccia basse prendeva pugni in faccia e non era vino che invecchiando diventava più buono.
Lei, invece, non era di zona, ma era pazza di vita, si buttava a capofitto nelle cause più disperate “perchè era così”. La sua casa pullulava di incontri con persone disperate, ma per lei c’erano ancora possibilità, perché la vita ha sempre un domani: un domani reale che incombe e ti macera, ma è sempre domani. E anche se passavano gli anni, diceva che erano i minuti a trasformare la vita.
Lei era bella, un volto giovanile non segnato dagli anni, e lui si accorse subito che per vederla era necessario cominciare a chiudere gli occhi. Era bellissima, ma qualcosa dentro di lei era ancora più spettacolare.
Non si sa perché, né come mai si fossero incontrati dentro quella scuola alla periferia della città. Si erano trovati attratti come poli opposti: come calcolo e sentimento. Lei salutista, lui onnivoro, lei loquace, lui taciturno, lui disoccupato, lei impegnatissima. Per lui non c’era niente da fare, per lei non era mai abbastanza. Per lei ci voleva una regola, lui era senza regole, per lei c’era bisogno di disciplina anche nella disperazione. Ma bisognava fare esercizio, almeno mezz’ora al giorno, di speranza.
Secondo lei per far germogliare la vita sulla terra serviva abbastanza poco: «per i sogni ad esempio non paghi un soldo». E su questo anche lui fu d’accordo.
Lei salutista, lui onnivoro, lei loquace, lui taciturno, lui disoccupato, lei impegnatissima.
Fabrizio Floris
NP Ottobre 2020