La tavola dei decrepiti

Pubblicato il 15-12-2022

di Andrea Gotico

Quando ero piccolo un cinquantenne non era diverso per me da un novantenne, era collocato in un’unica grande categoria che si chiamava senza filtri "vecchi". Nei raduni di famiglia esistevano solo due tavolate: quella dei giovani e quella dei vecchi. Ora che inesorabilmente mi appresto a sedermi nella tavolata dei decrepiti mi sovviene una riflessione. Da piccolo, molti stagionati mi dicevano: «Ognuno ha l'età che si sente». Quella frase mi faceva più o meno lo stesso effetto che mi fanno oggi i giovani che mi dicono: «Ognuno ha il sesso che si sente». Allora tra me pensavo, da semplice bambinetto un po' tra le nuvole quale ero, che: «Sarà un modo di dire tra anziani per auto-consolarsi della propria vecchiaia». Per me erano vecchi e basta, in qualche caso erano degli ammuffiti che indossavano pantaloni rossi per sentirsi più giovani.

Oggi che invece siedo alla tavola dei logori e sono ancora spesso tra le nuvole, all’uso frequente della parola fluido dei ragazzi, mi viene da pensare: «Sarà un modo dire che usano i giovani per fare voltare qualcuno che non li guarda». Mentre penso così, mi do del sessista da solo, prima che lo faccia mia figlia o chiunque altro. Così ripenso a mio nonno che diceva: «Non è che si può capire tutto! Per quello ti toccherà aspettare di essere nella tavolata degli stecchiti»

Andrea Gotico

NP Ottobre 2022

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