La nuova tratta

Pubblicato il 13-11-2022

di Fabrizio Floris

Le ragazze albanesi sono tornate per le strade italiane dopo anni in cui, come spiega un’operatrice, «erano sparite» (secondo l’ultima relazione del Numero Verde Antitratta sono la nazionalità più presente). Si pensava che la crescita economica del Paese, l’informazione e le azioni di advocacy avrebbero scisso la solida correlazione tra povertà, tratta e prostituzione… quindi perché c’è questa crescente presenza di donne albanesi in Italia?

Secondo Gazmir Memaj, operatore project manager di Mary Ward Loreto: «la cultura tradizionale, il ruolo della donna, il senso della vergogna continuano a creare un ambiente favorevole ai trafficanti. Nelle campagne è rimasto il desiderio di scappare, le famiglie sentono che una figlia non sposata in casa sia come un peso e una vergogna. Le ragazze dopo i 14 anni smettono di andare a scuola, le zone si stanno spopolando e andare a scuola è un costo troppo impegnativo, le scuole chiudono e bisognerebbe andare verso le città, così le ragazze iniziano a stare in casa, isolate e con gli anni cresce il desiderio di andare via purché sia».

A facilitare il traffico c’è stata la possibilità per i cittadini albanesi di muoversi liberamente in Europa: il confine non c’è più quindi non servono più scafisti o documenti falsi, basta solo il reclutamento (c’è anche un traffico interno non solo verso l’estero che segue la direzione campagna-città).

«Per i trafficanti – spiega suor Imelda Poole – i rischi sono bassi, mi pare che il numero di arrestati si aggiri intorno all’1%, quindi ci sono più persone interessate a entrare in questo tipo di mercato. Come si dice, puoi vendere una pistola solo una volta, ma puoi vendere una ragazza ancora, ancora e ancora». L’impegno continua, per Gazmir Memaj negli ultimi anni ci sono stati diversi fattori di progresso: «è cresciuta la collaborazione tra enti locali, forze di polizia e associazioni, ma la strada da fare è ancora tanta». Rimane l’inconsapevolezza delle vittime, la facilità di attrarre sempre nuove ragazze; restano debolezze a livello legislativo e la scarsa capacità di perseguire crimini, che anche quando individuati, sono facilmente derubricati in reati minori e, soprattutto, è debole la capacità di agire sui sequestri. Inoltre il fatto che in Albania prostituirsi è già un reato indebolisce la possibilità di denuncia delle vittime che a loro volta potrebbero essere soggette a conseguenze penali.

Sostenere le reti locali è fondamentale perché quando la persona arriva in Italia è già vittima, il danno si è manifestato, è importante rafforzare un'azione capillare preventiva tra enti antitratta, Caritas, parrocchie e poi seguire il denaro dei trafficanti e procedere con i sequestri.


Fabrizio Floris
NP agosto / settembre 2022

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok