Il lavoro che salva

Pubblicato il 23-06-2021

di Chiara Genisio

Il carcere a Favignana è una componente storica dell'isola, quasi endemica. Da secoli ha ospitato i prigionieri. Dai tempi dei Borboni ai Savoia e a Mussolini e così accade ora. Il luogo dove sorge la casa di reclusione è incantevole, lo stesso non si può affermare per l'istituto che accoglie i detenuti e la polizia penitenziaria. La buona notizia è che nei giorni scorsi il sindaco di Favignana, Francesco Forgione, ha siglato con il capo del Dap, Bernardo Petralia, il protocollo di intesa Mi riscatto per il futuro. È il centoottesimo degli accordi firmati dal Dap con enti locali e associazioni operanti in Italia.

Con questa intesa l'isola si aggiunge alla lunga lista di enti, istituzioni pubbliche, soggetti del settore privato e imprese di grandi dimensioni che si avvalgono del lavoro di detenuti in progetti a favore della collettività. L'accordo, infatti, intende favorire l'inserimento lavorativo dei detenuti, in base al percorso reso possibile dall'articolo 20 ter dell'Ordinamento penitenziario che consente l'impiego di persone condannate, su base volontaria e gratuita, nei lavori pubblica utilità. Dopo una sperimentazione iniziata a Roma (con oltre 4.500 detenuti coinvolti) e proseguita in altri capoluoghi, il progetto è divenuto un modello d'inclusione lavorativa che ha dato vita, nel novembre 2019, alla creazione presso la segreteria del capo del Dap di Mi riscatto per il futuro – Ufficio centrale per il lavoro penitenziario, per garantire l'uniformità degli interventi e delle procedure esecutive. Per la sua caratteristica di coniugare riabilitazione e riparazione, la formula ha assunto rilevanza internazionale ed è stata adottata anche a Città del Messico, dove il sindaco di Favignana, componente della delegazione italiana in visita nel carcere messicano, ha avuto l'opportunità di approfondirne le dinamiche e di decidere di aderire al progetto.

Ha scelto di individuare il lavoro come strumento fondamentale di reinserimento sociale in un'ottica di sviluppo. A Favignana i detenuti, provenienti dalla casa di reclusione Giuseppe Barraco, saranno occupati principalmente in attività di manutenzione del verde e di recupero del patrimonio ambientale dell'isola. L'individuazione delle attività lavorative, la selezione delle persone detenute, interessate a seguire il percorso, e le relative attività di formazione saranno programmate, come prevede il protocollo, da un comitato di coordinamento, composto da rappresentanti dell'amministrazione penitenziaria, del comune e della casa di reclusione.


Chiara Genisio
NP marzo 2021

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